È stato tradito dai social e riconosciuto dal neo che è un tratto distintivo del volto: è stato arrestato stamattina alla periferia nord di Parigi lo zio di di Saman Abbasla ragazza di 18 anni scomparsa da fine aprile scorso. Si teme (ed è quasi una certezza) che sia stata uccisa e fatta a pezzi dai suoi familiari: volevano imporle un matrimonio combinato nel suo Paese d’origine, ma lei si è ribellata.

La notizia dell’arresto è stata diffusa durante una conferenza stampa presso il comando provinciale dei carabinieri a Reggio Emilia. Tra gli elementi che hanno incastrato Danish Hasnain e ne hanno permesso l’identificazione certa è stato un neo sul volto. È stato bloccato in esecuzione di un mandato di arresto europeo nella periferia nord est di Parigi.

Siamo molto soddisfatti”: ha detto il procuratore capo reggente di Reggio Emilia, Isabella Chiesi nel corso di una conferenza stampa. “Dagli accertamenti che abbiamo fatto ritengo che fosse sicuramente la mente di questo progetto criminoso pazzesco”.

Grazie a un mandato di cattura europeo, Danish Hasnain è stato rintracciato in una casa del quartiere di Garges les Gonesse: non era solo in casa e in tutti questi mesi ha potuto contare su un solida rete di connazionali che l’hanno protetto e nascosto. Il pakistano è stato rintracciato grazie a indagini svolte in collaborazione con i carabinieri di Reggio Emilia: è stato indicato come “la mente” e l’esecutore dell’omicidio. Lo accusa anche il fratello minore di Saman: “Secondo me l’ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano”, ha detto.

Ad incastrare lo zio c’è anche il video che lo ritrae il 29 aprile, con i due cugini, vicino al casa di famiglia di Saman, a Novellara, con pala e piede di porco: secondo gli investigatori stavano andando a scavare la buca per seppellire la diciottenne. Hasnain è poi partito per la Francia assieme ai due cugini e al fratello di Saman, che però era stato fermato, il 10 maggio, e collocato in comunità in quanto minorenne. 

Il suo arresto è “fondamentale perché ci consentirà di avere una versione dei fatti, sempre che la voglia rendere, delle indicazioni anche su dove si trova il corpo di Saman”, spiega la procuratrice di Reggio Isabella Chesi (video). Dal momento che il cugino è già in carcere, la procuratrice ha parlato della possibilità di “mettere a confronto le versioni dei fatti” dei due indagati.

Prima il monitoraggio dei social da parte dei carabinieri di Reggio Emilia che ha portato il centro delle ricerche a Parigi e poi i pedinamenti della polizia francese fino alla cattura, questa mattina, in un appartamento nella periferia della Capitale della Francia: è stato un lavoro di squadra. Gli inquirenti ritengono che la giovane sia stata prima uccisa e poi sotterrata ma il corpo non è stato ancora ritrovato.

L’uomo al momento dell’arresto ha fornito false generalità e non aveva documenti. E’ stato identificato, in un primo momento, grazie ad elementi fisici – come un neo sul viso – e poi la conferma si è avuta con la comparazione delle impronte digitali. 

L’arresto mette un punto fermo nell’indagine sulla scomparsa di Saman. Più volte si è sembrati vicini a una soluzione, quantomeno con il ritrovamento del corpo a lungo cercato nelle campagna dell’Emiliano, e altrettanti sono stati gli ‘stop’ all’indagine che però non si è mai fermata in ambito italiano, europeo e internazionale.

Le ricerche della vittima sono state sospese lo scorso 12 luglio, dopo 67 giorni col fiato sospeso, a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nell’area rurale dove si presume possa essere stato sepolto il corpo.