Nel nuovo appuntamento della rubrica Parole dal Mondo, Samar; un termine arabo che indica una vera e propria tradizione: quella di sedersi insieme e raccontarsi storie al calar del sole.
Samar, una parola araba che è anche una tradizione
Una parola araba che è ricca di sensualità, socialità e sfumature. Samar, nel suo complesso semantico, si rende con “conversazione serale”. Tuttavia, spesso, è utilizzata in diverse accezioni: si rende principalmente con ”Sedersi insieme per raccontare storie all’ora del tramonto”. Si può quindi identificare come un termine multipotenziale, che racchiude in sé stesso diversi significati, ma che è anche una sorta di vera e propria tradizione culturale. Un retaggio antico nel tempo che proviene da altre epoche; quelle in cui gli abitanti dei villaggi si radunavano e, la sera, si raccontavano storie, momenti, poesie. Una sorta di gioco che implicava una vera e propria iniziazione alla socialità: una comunicazione che era uno scambio. Non a caso la parola Samar è anche intesa come ”gioco del linguaggio nel cuore della notte”. L’atmosfera di questo ricongiungersi è, spesso, condita da un certo clima di convivialità atto a stimolare il processo di socializzazione. Chiunque può partecipare a questo dialogo anche se, di solito, protagonista del Samar è una persona ricercata, più anziana, o comunque in vista, simbolo di saggezza. Persone che abbiano l’intento di tramandare tradizioni e usi alla comunità.
Samar, la perfezione di conversare nelle notti di luna
Questa parola è, soprattutto, foriera di sensualità. Il termine Samar esprime un enorme potenziale di voluttuosità in quanto, sinteticamente, si riferisce alla conversazione notturna. Parlare nella notte assurge la conversazione a trampolini intimistici e di dolcezza; attraverso questo disciogliersi delle barriere si può dare il via a un incontro profondo con sé stessi e, specialmente, con gli altri. Il Samar, si dice, raggiunga la sua completa perfezione nelle notti di luna. Pare, infatti, che un altro significato del termine sia proprio ‘l’ombra della luna’ (dhill-al-qamar) . All’ombra argentea dei raggi lunari si è più predisposti al racconto intimistico e privato, e a lasciarsi andare alle pieghe cupe della notte dialogando in purezza: azione che, durante il giorno, si è poco propensi a compiere. Questo termine è ben descritto in “L’Harem e L’Occidente” della sociologa marocchina Fatima Mernissi dove, l’autrice, ne parla riferendosi alla mitica figura di Shehrazad de Le mille e una notte:
”Samar è una delle molte parole arabe cariche di sensualità: significa semplicemente parlare nella notte. Parlare dolcemente nella notte può aprire la via a sensazioni incredibili per entrambi i partners. Il samar raggiunge la perfezione nelle notti di luna: ‘l’ombra della luna’ (dhill-al-qamar) è un altro significato di samar. Nell’ombra della luna, gli amanti si dissolvono nella loro origine cosmica e diventano parte dello splendore celeste. Nell’ombra della luna, il dialogo tra uomo e donna, difficile come può sembrare in pieno giorno, diventa possibile. La fiducia tra i sessi ha più di una chance di fiorire quando l’ordine diurno, teso al conflitto, si attenua. Questa è la speranza che i seguaci del samar sembrano coltivare”.
Stella Grillo
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