Il club capitolino pareggia 0-0 in casa della Sampdoria di Claudio Ranieri e sbatte, nuovamente, sulla maledizione dei Lego. Ecco cos’è.
Una storia già vista e certificata. I giallorossi escono dal “Luigi Ferraris” con un pareggio scialbo (0-0) contro la prima Sampdoria di Claudio Ranieri, ex romanista subentrato ad Eusebio Di Francesco sulla panchina dei blucerchiati. Padroni di casa in difficoltà di gioco ma gli uomini di Fonseca si accodano alle problematiche dei genovesi interpretando un primo tempo negativo ed una ripresa appena sufficiente. In tutto questo, i tifosi escono dall’impianto sportivo del “Marassi” con una sinistra sensazione: la maledizione dei Lego della Roma di Fonseca non accenna a scemare.
Ma che correlazione c’è tra i mattoncini del Lego ed una squadra professionistica di calcio che milita nella massima serie italiana? Cerchiamo di entrare in questa maledizione, ormai una vera e propria consuetudine che sfocia nella patologia più aggressiva, che aleggia su Trigoria e sul povero tecnico portoghese della Roma.
La maledizione dei Lego della Roma di Fonseca: cosa sta succedendo?
È tutto molto sinistro. È tutto molto negativo. Il punto ottenuto contro la Sampdoria lascia l’amaro in bocca all’ambiente romanista: i capitolini giocano una gara poco brillante che viene governata, soprattutto nei primi quarantacinque minuti, dalla noia più totale. Nella ripresa, la banda Fonseca si scioglie un po’ ma il primo tiro in porta arriva negli ultimi venti minuti di gara con la girata di Edin Dzeko. Di contro, Pau Lopez viene chiamato a compiere il suo dovere solo sul tiro, pericoloso, di Bonazzoli scagliato quasi a fine match.
Un pareggio scialbo, il secondo consecutivo dopo il pari interno col Cagliari, che “regala” ai romanisti il primo clean-sheet esterno. Magra consolazione per la banda Fonseca che, in quel di Genova, certifica la sinistra propensione agli infortuni dei suoi tesserati. La Roma torna dalla Liguria con altre due defezioni avvenute ad inizio e fine primo tempo: quella di Bryan Cristante (stiramento) e quella di Nikola Kalinic (contusione al ginocchio sinistro).
Infortuni che hanno scompaginato i piani iniziali di Nuno Campos, il vice dello squalificato Fonseca: i capitolini, infatti, si trovano a giocare sulla linea dei mediani con Pastore, buona la prova dell’argentino, al fianco di Veretout e con un terminale offensivo in mascherina per la doppia frattura dello zigomo. Una situazione grottesca a limite della realtà.
Tanti KO per Fonseca: la Roma perde pezzi come i Lego!
Chi non ha mai giocato con i Lego? Quante costruzioni avete creato con i mattoncini e, quante volte, avete visto quest’ultime collassare su se stesse? Puntualmente, dopo il crollo, molti pezzi (anche pregiati, ndr) veniva irrimediabilmente persi nel nulla. Questo parallelismo può tranquillamente cucirsi sulla Roma di mister Fonseca.
La lista degli assenti comincia ad essere quasi più lunga dei disponibili: Cristante e Kalinic si uniscono ai vari Diawara, Under, Mkhitaryan, Pellegrini e Zappacosta. Una “Death Note” che influenzerebbe il gioco di qualsiasi squadra. Soprattutto quello di una compagine che non più tardi della scorsa estate ha attuato una rivoluzione tecnica colossale. Quattordici ko fisici da inizio campionato: qualcosa non torna, esattamente come lo scorso anno.
Ritrovare i calciatori e sconfiggere la maledizione. Ecco l’obiettivo primario della Roma di Fonseca che, intanto, vede il quarto posto allontanarsi…
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