Oggi 24 agosto si celebra San Bartolomeo. Il suo nome significa “figlio del valoroso“. Secondo la maggior parte degli studiosi, però, sarebbe in realtà Natanaele (in ebraico “dono di Dio“): così viene indicato nel Vangelo di Giovanni. Di lui Gesù disse: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità»: è una straordinaria attestazione di fiducia che non ha uguali.
La storia di San Bartolomeo
Il suo nome evoca immediatamente la “notte di san Bartolomeo“, cioè quella tra il 23 e il 24 agosto del 1572, quando migliaia di cristiani ugonotti vennero massacrati in Francia dai cattolici: è una tra le pagine più tragiche e buie nella storia dei rapporti tra le Chiese. Ma san Bartolomeo, la cui festa si celebra appunto oggi, 24 agosto, è una figura ben lontana da ogni forma di sopraffazione di violenza. E’ infatti un discepolo di Cristo, anzi: un apostolo, uno dei dodici, cioè uno di coloro che hanno seguito la vita pubblica di Gesù fin dal principio, poco dopo il battesimo nel Giordano e l’inizio della predicazione.
Il nome dell’apostolo
Il nome Bartolomeo è in realtà un patronimico. In aramaico suona Bar-Talmai, ovvero figlio di Talmai, del valoroso. Di lui non sappiamo molto: i testi canonici ci offrono poche, rade pennellate, sufficienti per tracciare un ritratto essenziale. Sappiamo che, come Simone e Andrea, era un pescatore e possiamo supporre che, prima di incontrare Gesù, abbia fatto parte della cerchia del Battista. Era originario di Cana di Galilea: questo dettaglio autorizza a ipotizzare che abbia assistito di persona al primo miracolo di Gesù, la trasformazione dell’acqua in vino avvenuta, com’è noto, a Cana, durante un banchetto nuziale.
Sara Marchioni