I grandi dipinti, soprattutto a tema mitologico, di Alessandro di Mariano Filipepi, conosciuto come Sandro Botticelli, segnano la conquista nell’arte della libertà di pensiero nell’età di Lorenzo il Magnifico. Le grandi allegorie profane, sono infatti l’immagine di un nuovo gusto ritrovato. Queste fanno di Sandro Botticelli il più alto interprete di questo altissimo momento artistico dell’arte e della cultura.
Il percorso artistico di Sandro Botticelli
L’itinerario artistico dell’artista segue una strada che dal cuore dell’Umanesimo giunge sino alle porte del Manierismo. Fu allievo dal 1464 di Filippo Lippi, poi del Verrocchio, il giovane Botticelli si esercitò inizialmente al tema della Madonna col Bambino della quale eseguì numerose varianti.
Entrato nell’ambiente mediceo eseguì per la famiglia numerosi ritratti, diventando l’artista di riferimento per la famiglia egemone. Nel 1477 con la Primavera prende avvio la stagione dei grandi cicli mitologici tra cui La nascita di Venere e Pallade ammansisce il centauro.
Nel 1481 ai vertici della sua fama viene invitato a Roma per dipingere tre affreschi della Cappella Sistina. Tornato a Firenze, Botticelli si avvia al superamento delle morbide linee che avevano caratterizzato la sua prima produzione per affermarsi in un più elegante linearismo tipico delle pale d’altare di questi anni. Morto Lorenzo il Magnifico Botticelli ripensa evidentemente all’uso delle cromie che si fanno più livide e cupe, le composizioni più tese e drammatiche. Ne sono un esempio la Deposizione di Cristo e la Natività Mistica entrambe pervase di un forte turbamento spirituale. Muore il 17 Maggio 1510.
Stile, cromie e filosofia di Sandro Botticelli
Come tutti i grandi artisti, anche Botticelli subì negli anni evoluzioni stilistiche; mantenne tuttavia tratti comuni che egli trasse da tre grandi maestri: Filippo Lippi, Andrea del Verrocchio e Antonio del Pollaiolo.
Da Filippo Lippi, il suo primo maestro apprese l’arte del disegno del contorno, della fisionomia e del colore; da Verrocchio apprese l’arte di disegnare le linee vibranti e dinamiche, capaci di dare movimento all’immagine mentre da Pollaiolo apprese la monumentalità delle forme. La sintesi di questi elementi è la caratteristica della bellezza senza tempo delle figure di Botticelli, velate di una leggera malinconia e sempre in primo piano rispetto ai pur elegantissimi sfondi.
Le cromie sono delicate e tenui, più morbide nel suo primo periodo, più vibranti dopo la morte di Lorenzo. Nella sua ultima produzione in particolare si nota un contrasto nei temi e nello stile tra la cultura umanistica e la nuova predicazione di Savonarola, di rigore più ascetico che portò l’artista a ripensare a temi più intimi, domestici e religiosi rispetto alla produzione di tipo più pagano. In queste nuove iconografie anche le figure sono disposte in maniera più libera, risentendo di meno rispetto al rigore geometrico che avevano caratterizzato le immagini del pieno Umanesimo.
Sandro Botticelli, come è noto, fu vicino alle posizioni del neoplatonismo di Marsilio Ficino
Dentro il capolavoro: La Nascita di Venere
Si tratta di una delle opere più significative del Rinascimento italiano, La nascita di Venere è databile tra il 1477 e il 1485.
La scena raffigura il momento in cui Venere, dopo la nascita dalla spuma del mare approda alle coste dell’isola di Cipro sospinta da Zefiro e Aura, mentre una delle Ore la accoglie con un ricco mantello fiorito.
Gli studi più accreditati hanno messo in relazione questa immagine con un passo delle Stanze del Poliziano, è plausibile che Botticelli si sia ispirato ad esse per ricostruire l’iconografia della Venere che trionfalmente approda sull’isola di Cipro.
La nascita di Venere è qui inoltre intesa come la nascita dell’Humanitas, ovvero come la progenie dell’umanità tutta, allegoria della forza generatrice e dell’amore. Essa con maestosa pudicizia copre timidamente con i lunghi capelli biondi e le mani solo parte del corpo, dimostrandosi simbolo di purezza, bellezza e solennità. Ritorna eleganza il concetto neoplatonico, ripreso dall’Umanesimo, della bellezza dell’uomo, del corpo e dell’anima.
Siamo in presenza di una rigorosa composizione simmetrica e bilanciata. Il disegno è elegante, sinuoso e aggraziato ma riesce comunque a creare ampie volumetrie e delicati chiaroscuri soprattutto nelle leggeri vesti che paiono di seta. Le cromie utilizzate sono esclusivamente chiare, tenui e tese ad esaltare la purezza della dea.