Sanremo 1984, Eros Ramazzotti vince con “Terra promessa”: quella verniciatura mai finita

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Di Federica De Candia

3 Febbraio 1984. Un giovane e timido Eros Ramazzotti affronta il palco di Sanremo per la prima volta. E vince nella categoria ‘Nuove Proposte‘ con il brano “Terra promessa”. Ma c’è un’altra curiosa ‘promessa’, che il cantautore all’esordio non riuscì a mantenere: da un giorno all’altro, non poté più presentarsi al lavoro per completare una verniciatura iniziata. La signora committente lo aspettava, ma non lo vide arrivare.

Eros Ramazzotti a Sanremo 1984, l’albergo di una notte

Sanremo 1984, Eros Ramazzotti foto da RAI.it
Sanremo 1984, Eros Ramazzotti foto da RAI.it

I capelli riccetti sul volto sbarbato di 19 anni. La sua nota espressione imbronciata, e un giubbotto anni ’80 color beige, su jeans neri. “Siamo ragazzi di oggi
Pensiamo sempre all’America
“, inizia ad intonare il brano. Uno sconosciuto, tra gli altri sedici nomi delle Nuove voci, più o meno tutte novità. Il ragazzo dovrà comprare anche un vestito a Sanremo per la seconda serata, ne aveva preparato uno solo per la prima. E prima di salire sul palcoscenico, ha accorciato i capelli per scelta. Non certo per strategia di marketing. «Non dovevo vincere, tanto che avevamo prenotato l’albergo solo per la prima serata», ammette Eros. Ma Il giorno dopo era cambiato tutto: «Erano tutti entusiasti di quel ragazzo con il muso duro». Faccia pulita ma grintoso, bello ma di casa nostra.

La cinepresa ha raccolto il racconto della signora romana, intervistata all’indomani della vittoria sanremese. Era lui, indubbiamente, il promettente e volenteroso ragazzo, che aveva cominciato il lavoro di pittura presso la sua abitazione. Eros Luciano Walter Ramazzotti, questo il suo nome all’anagrafe, ha fatto il garagista, il cameriere, lo steward allo stadio distribuendo il caffè Borghetti. E lo stesso lavoro del padre Rodolfo, il pittore edile. Ma qualcuno quel mattino, disse alla signora che quel ragazzo non sarebbe più tornato. Che aveva intrapreso un’altra strada, quella del suo vero talento.

Terra promessa a Sanremo, a sorpresa Mia Martini

Mentre si arrangiava con qualche lavoro, mai definitivo, incideva delle canzoni. Le prime bozze di «Terra promessa» quando ancora si chiamava «I ragazzi di oggi», Ramazzotti le scrive prima a mano, poi a macchina. Il testo è dello stesso cantante insieme a Renato Brioschi (ex componente de “I Profeti”) ed Alberto Salerno (noto autore di brani per vari artisti). Nel coro del brano, non tutti lo sanno, compare l’inconfondibile voce di Mia Martini. E in quell’anno, “Terra promessa“, viene incisa in un 45 giri, con nel lato B “Bella storia“. Contenente anche la versione dance di “Terra promessa“, con l’aggiunta di quel ritmo che precorre la ‘British Invasion’, fenomeno in voga nel 1984.

«Dicevano che invece di cantare belavo? Me ne sono sempre fregato», ha raccontato Eros in un’intervista. «Ero così dal divano della hall dell’albergo in cui erano stati costretti a intervistarmi (‘costretti’ perchè ero arrivato primo), e il giornalista, disse a mezza voce al mio discografico ‘dio che buzzurro!’». Cresce nel quartiere romano di Lamaro a Cinecittà, tra via Contardo Ferrini e via Carlo Calisse. Alle spalle del colonnato e della cupola di Don Bosco, passa l’infanzia. Per quelle strade a sud est della Capitale, si giocava alla “nizza”, una specie di lippa, e il suo migliore amico era il cane Billy. A volte veniva una signora con un furgoncino e portava quei bambini a fare le comparse, nelle scene di massa di qualche film. Lì nessuno ha mai dimenticato il giovane che per vivere fa
anche l’imbianchino, ma si diletta a cantare. E che inizia partecipando al Cantagiro e, nel 1984, sul palco dell’Ariston trionfa con “Terra promessa“. Che parla di ragazzi che continueranno a lottare e perseverare fino a raggiungere i loro sogni, indipendentemente dal tempo che ci vorrà.

Il Festival di Baudo, per la prima volta si parla di look

Pippo Baudo, in quell’anno, è chiamato alla conduzione del suo secondo Festival. Con lui la presentatrice Elisabetta Gardini e le attrici Edy AngelilloTiziana Pini già a Sanremo nel 1976 e Iris Peynado modella e attrice di origine dominicane. A vincere sono Al Bano e Romina Power con “Ci sarà“, secondo Toto Cutugno con Serenata, e terzo Christian con “Cara“. Al quarto posto, ma fuori dal podio, “Un amore grande“, dalla penna di Totò Savio cantata da Pupo, che all’ultimo momento rimpiazza Loretta Goggi, impegnata in televisione. Ma Enzo Ghinazzi, in vena di polemica, sparerà a zero su questa edizione, denunciando il fatto ‘che le prime tre posizioni erano già occupate e quindi poteva prendersi solo il quarto posto‘. Ritratterà con tono pacato l’indomani.

Terra Promessa“, tra le Nuove Proposte, supera canzoni scritte da Cocciante oltre che nomi già noti come Giorgia Fiorio (attrice anche per Vanzina), o i Collage; e ha la meglio su la seconda classificata, “Solo con l’anima mia” di Marco Armani, canzone pop metropolitano a tinte blues firmata da Ron e Luca Carboni. Sul podio arriva in terza posizione la cantante cosentina Flavia Fortunato con “Aspettami ogni sera”, che sembra ispirarsi al tema di Flashdance. Grazie a Patty Pravo vestita da geisha, che si aggiudica il premio della critica con il brano “Per una bambola” e ad Anna Oxa che si presenta circondata da replicanti, a Sanremo ’84 sbarca il concetto di look. Spicca l’emergente Fiordaliso con “Non voglio mica la luna“, (a cui andò anche il plauso di Mercury, che aveva assistito alla sua esibizione). “Nina, credi all’amore?
Credo ancora all’amore perché avrà gli occhi tuoi”
, cantava Mario Castelnuovo in gara con Nina, mentre la scalinata occupa quasi la metà del palcoscenico, costituendo l’elemento attrattivo e inossidabile dell’Ariston.

Il parterre delle meraviglie di Sanremo 1984

Gli ospiti di Sanremo ’84 sono da far invidia: PIERRE COSSO e BONNIE BIANCO, BONNIE TYLER, Boy George, Randy Crawford e Paul Young. CLAUDIO VILLA che canterà dal vivo sopra la base registrata, i CULTURE CLUB, JOSE LUIS RODRIGUEZ detto EL PUMA, GILBERT MONTAGNÈ, DAVID KNOPFLER accompagnato da suo fratello Mark, MARIO MEROLA, PIPPO FRANCO, i Queen, che si esibirono nella loro hit “Radio Ga Ga” scandalosamente in playback, per decisione dell’organizzazione e del direttore artistico. Con Freddy Mercury che si esibì tenendo lontano il microfono dalla bocca, per protesta che la regia tentò di coprire abbassando l’audio della canzone, e poi abbandona stizzito il palco a fine brano, e lascia Baudo da solo. La band avrebbe voluto cantare e suonare dal vivo, ma la rigida organizzazione del Festival (a causa delle forti pressioni delle case discografiche), impose loro il playback.

Eros Ramazzotti torna al Festival anche l’anno dopo, nel 1985, classificandosi sesto nei big, con “Una storia importante“. Ma il successo del 1986, è la consacrazione definitiva, che non era affatto scontata, in un’edizione rimasta storica anche per l’abbandono del playback e il ritorno delle performance dal vivo (su basi registrate). «Cosa succede se vinci?» – «Non lo so…mi hanno detto che danno i cavalli», rispose Eros Ramazzotti in un’intervista a caldo, perché il concorso era allora abbinato alle schedine del Totip ed era quello il premio per il primo ed il secondo classificato. Ed Eros vinse Sanremo 1986 e pure il cavallo, con “Adesso tu“. Una canzone generazionale, ma più intima e sincera di “Terra Promessa“, piena di voglia di riscatto. Con quei versi che spiazzarono la critica, “i tram che non vanno avanti più” e “l’aria popolare” che si rifaceva anche a Pasolini e i suoi “Ragazzi di vita“.

Il ritorno di Ramazzotti al Festival di Sanremo

Proprio come uno di loro, adolescente di borgata, è partita l’avventura di Ramazzotti dal Festival di Sanremo. Che lo porterà a vendere 65 milioni di dischi, fare circa mille concerti in giro per il mondo, diventando una popstar da esportazione. Eros Ramazzotti è l’attesissimo ospite della 74esima edizione del Festival di Sanremo nella serata di giovedì 8 febbraio 2024. A quarant’anni dalla notte del debutto all’Ariston, tutti attendono che in scaletta ci sia ancora, come allora, “Terra promessa“. Nel segno di una sfida vinta: con quella statuetta portata a casa del Leone d’oro appoggiato a una palma, che ha cambiato il futuro. E, come dice Eros, «gli americani sulla mia vita ci avrebbero già fatto un film».

Federica De Candia

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