Il 28 Agosto ricorre la commemorazione delle morte di Sant’Agostino, vescovo ed insigne Dottore della Chiesa, ricordato in particolar modo per essere stato tra i più grandi pensatori del primo millennio. Nella vastissima produzione filosofica, “Confessioni” è l’opera più celebre del Santo.
Nato a Tagaste (Africa), Sant’Agostino riceve fin dall’infanzia un’educazione cristiana. In un primo momento, la lettura dell'”Ortensio” di Cicerone lo avvicinerà al pensiero filosofico del manicheismo; ma presto l’incontro con Sant’Ambrogio si rivelerà fondamentale per il suo cammino di fede: sarà infatti, Sant’Ambrogio a conferirgli il battesimo. Tornato ad Ippona condurrà una vita mistica e dedita alla preghiera e allo studio delle Scritture. Da qui, la realizzazione di opere mistiche e filosofiche, specchio della sua lotta contro le eresie. Grazie ad opere come, “Confessioni” o “Città di Dio” gli sarà conferito il titolo di Dottore della Chiesa.
Sant’Agostino, una lotta ancora attuale
Autore di testi teologici, mistici, filosofici, esegetici, ancora oggi molto studiato, Sant’Agostino rappresenta da sempre un ponte fra l’Africa e l’Europa. “Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo…. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace” – così scrive il Santo nelle “Confessioni” rivelando una profonda spaccatura tra la sua vita precedente la conversione e quella successiva. Dopo un’adolescenza ed una giovinezza segnata dalle sregolatezze e dalla dissoluzione, sarà infatti la vicinanza al pensiero filosofico Ciceroniano dell'”Ortensio” a condurlo sulla retta via.
Al tempo la religione rappresentava per lui ancora una superstizione puerile. Solo successivamente maturerà un avvicinamento al pensiero manicheista, rivelatosi però un vero bluff. L’incontro con Sant’Ambrogio e il successivo coinvolgimento nella filosofia platoniana sarà per lui di grande cambiamento e rinnovamento. Sarà infatti riconducibile a questo periodo un sempre più sentito coinvolgimento nei confronti della religione cristiana impegnandosi in una vera e propria missione pastorale, che confluirà altresì nell’attività filosofica. Missione pastorale e attività filosofica, le sue, che si intersecheranno in una più ampia lotta contro ogni forma di eresia. Sant’Agostino maturerà dunque un pensiero spirituale e filosofico volto al rinnovamento delle società contemporanee e future.
“Città di Dio”
Seppur la più nota opera del Santo comunemente sia “Confessioni“; è con “Città di Dio” che il Santo realizza una tra le più celebri opere apologetiche sul Cristianesimo realizzando un tentativo di costruire un’organica visione della storia secondo il cristianesimo e facendo luce sulla discrepanza tra il vivere secondo la carne e quello secondo lo spirito. Civitas Terrena e Civitas Dei, li definirà Sant’Agostino: due stili di vita coesistenti e che sta solo a l’uomo decidere per quale propendere. Il giudizio universale, poi, svolgerà il suo compito. “Città di Dio” definisce così uno scarto: laddove il pensiero filosofico dei Greci propendeva ad una concezione ciclica del tempo; se ne afferma una lineare in cui intrinsecamente agisca la Provvidenza.
Annagrazia Marchionni
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