La resa di Bautista – Il Mondiale non è più nelle nostre mani, posso solo pensare a vincere quante più gare possibili. Ma al titolo non penso più.

La resa di BautistaAlvaro Bautista sta alzando bandiera bianca; c’è chi può pensare che sia una crisi psicologica dovuta al fatto di aver perso un mondiale che era già in tasca; cinque cadute di fila sono tante. No. Il pilota spagnolo di Borgo Panigale è soltanto obiettivo: 81 punti di vario effettivamente non sono molti se in palio ce ne sono ancora 268. Ma anche se Bautista vincesse tutte le gare rimaste, a Jonathan Rea basterebbe arrivare sempre secondo per far suo il quinto titolo iridato.

E parte di questa ipotesi è molto più che plausibile. In parte perché se è lecito pensare che il “Cannibale” quando non ha vinto, è quasi sempre andato a podio senza buttare al vento punti importanti; al contempo è poco plausibile che Bautista riesca a trovare una quadra dal Portogallo in poi. Ma mai dire mai.

La resa di Bautista - Il ritorno del Cannibale
Il ritorno del Cannibale – Photo Credit: Jonathan Rea twitter account

La priorità ora è guarire, spegnere il cervello e quando sarà tempo pensare a come migliorare la moto. Posso ancora migliorarla, ma l’unica differenza è che prima vincevo e adesso cado.

La resa di Bautista – Ma quali sono i problemi di Alvaro?

In primis la moto, pur andando forte, è sempre stata descritta acerba da Bautista; anche quando vinceva, c’era sempre qualcosa da migliorare. In Ducati dalla telemetria non è arrivata una risposta al perché delle continue cadute.

La testa?! Parliamone, anche se Bautista dice di no. Il fatto che il contratto, che era cosa scontata, non c’è ancora? L’adeguamento di stipendio non è ancora stato raggiunto, nonostante le vittorie fin qui avute. E la MotoGP? Dove la mettiamo?! Alvaro da inizio stagione non ha mai nascosto l’intenzione di tornarci. La porta chiusa può essere stata destabilizzante? Può essere questo che ha causato la resa di Bautista?

Mi sono dovuto fermare in gara 2 non tanto per il dolore, ma perchè non avevo forza nel braccio sinistro, non riuscivo a controllare la Ducati neanche in rettilineo. In Gara 1 ero tranquillo, non stavo tirando. L’unica caduta di quelle recenti di cui ho una spiegazione è quella di Donington (dovuta alle condizioni atmosferiche). Ma le altre proprio non me le spiego. Non è nemmeno il limite della moto, in prova tiro molto di più e non sono mai caduto. Comunque non è un problema di testa».

La resa di Bautista - WSBK di Laguna Seca
Uno scatto della gara WSBK di Laguna Seca – Photo Credit: Jonathan Rea twitter account

Alla fine dei conti: se un pilota cade e non sa perché, perde fiducia nel mezzo. Se la squadra non trova il problema, il pilota cadrà pure quando va piano. Solo che nello specifico: il miglior pilota Ducati, che solo lui dominava incontrastato mentre gli altri non ingranavano la marcia, cade in continuazione mentre gli altri iniziano ad andare bene… Questa equazione potrebbe essere difficile da risolvere. Moto o pilota?

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