La Farnesina conferma la scarcerazione di Marco Zennaro, imprenditore italiano arrestato in Sudan e detenuto da due mesi e mezzo. Il risultato è frutto di un lungo negoziato condotto dall’ambasciatore italiano a Khartoum e dal Direttore Generale Luigi Vignali su indicazione del ministro degli Esteri Luigi di Maio. L’imprenditore italiano 46enne, accusato di frode, non potrà però ancora tornare a casa dovendo rimanere agli arresti domiciliari in albergo in Sudan in attesa del processo.

Nelle settimane precedenti Marco Zennaro, che può comunicare al telefono con i parenti, aveva raccontato che:

“Dormo per terra insieme ad altri detenuti. L’ambasciata e mio padre mi portano da mangiare una volta al giorno. Non ho mai visto un carcere prima, non mi era mai capitata una cosa del genere, ma quello in cui sono rinchiuso dall’1 aprile è tremendo. Sono qui a causa di una persona che non ho mai incontrato e con cui non ho mai avuto nulla a che fare”

La situazione era diventata particolarmente preoccupante dopo la morte di Ayman Gallabi, coinvolto come mediatore nella vendita condotta da Zennaro di trasformatori elettrici destinati alla Sedec, la società nazionale di energia elettrica. Gallabi è stato infatti trovato annegato nel fiume Nilo e secondo gli atti ufficiali sarebbe annegato durante una immersione da sub.

Le accuse a Marco Zennaro

L’azienda di Marco Zennaro, avviata dal padre, opera in Sudan da circa 25 anni. Gallabi, mediatore della Sedec, aveva acquistato una partita di trasformatori elettrici con i fondi di Abdallah Esa Yousif Ahamed, militare vicino a generale Mohamed Hamdan Dagalo, noto anche come “Hemetti”, capo del Rsf (Rapid Support Force), il gruppo di milizie che furono protagonisti del colpo di stato in Sudan nel 2019 e a capo del paese. A far arrestare Marco Zennaro è infatti stato Ahamed, che ha accusato l’imprenditore veneziano di frode.

Gallabi a marzo aveva contestato la fornitura di trasformatori, accusando una difformità delle caratteristiche tecniche tra gli apparecchi ricevuti e quelli pattuiti con Zennaro, secondo le analisi di una azienda concorrente a quella di Zennaro. Recatosi a Khartoum e critico verso le analisi svolte da un soggetto non neutrale, l’imprenditore è stato quindi arrestato.

Fonte indagine: Il Fatto Quotidiano

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