Alta tensione nel governo. Lo scontro tra Renzi e Conte ha infiammato il dibattito politico dell’ultima settimana, evocando lo spettro della crisi. Il nuovo soggetto politico di Matteo Renzi aumenta il suo peso specifico dentro e fuori il Parlamento. Il Premier sente il fiato sul collo e teme per la tenuta dell’esecutivo
L’Italia ha ritrovato un protagonista che sembrava ormai condannato all’oblio. La scorsa estate il Matteo fiorentino è ritornato a calcare le scene della politica che conta facendo da inatteso sponsor per la nascita del governo giallorosso. Lo scontro tra Renzi e Conte dell’ultima settimana è il nuovo episodio del thriller cominciato ad agosto e proseguito con il lancio di Italia Viva.
Il pomo della discordia è stato il mini taglio del cuneo fiscale da 2,7 miliardi di euro previsto per il 2020. Troppo poco secondo il senatore toscano. A stretto giro è arrivata la replica piccata del Premier, che da Assisi ha ribadito che 20-30 euro al mese in più sono sempre meglio di niente. “Non abbiamo bisogno di fenomeni” ha poi chiosato il Capo del Governo.
Renzi ha reagito con un post su facebook, dispensando affermazioni che suonano come velate minacce:
“Molti cittadini, in tutta Italia si stanno avvicinando a noi. C’è un entusiasmo persino sorprendente. E la Leopolda lo dimostrerà. Cresciamo anche in Parlamento: da oggi si è unita a noi una delle senatrici più brave e competenti. Annamaria Parente”
Effettivamente i numeri di Italia viva sono in crescita sia dentro che fuori il Parlamento. Il sondaggio di Youtrand riportato da Agi dimostra che la formazione di Matteo Renzi sta rosicchiando decimali a molti partiti. E c’è l’impressione che altri deputati e senatori possano portare acqua al mulino renziano.
Italia Viva al 4,3%: l’esca renziana pesca elettori tra quasi tutti i partiti
Le stime dell’ultimo sondaggio condotto da Youtrend e riportato dalla testata Agi mostrano che Italia Viva, appena nata, sta già prendendo quota. Il partito di Matteo Renzi si attesta infatti al 4,3%, in salita di un punto percentuale rispetto alle rilevazioni di due settimane fa.
A fare le spese del nuovo soggetto politico sono quasi tutti i partiti tradizionali. Il calo maggiore lo ha fatto registrare il Partito Democratico, che si attesta al 20,1%, in discesa di un punto percentuale rispetto al 19 settembre. Italia Viva rosicchia decimali anche alla Lega, al Movimento 5 stelle e a Forza Italia.
L’ex sindaco di Firenze pensa già in grande. In un suo intervento alla trasmissione Otto e Mezzo, Matteo Renzi ha rilanciato l’obiettivo della doppia cifra entro la fine del 2023. A giudicare dalla forte domanda di centro che è trasversale a tutti i principali partiti (Lega compresa), il risultato potrebbe essere alla portata.
Dopo Silvia Vono arriva Annamaria Parente: continuano gli approdi sui lidi di Italia Viva
Al momento della scissione dal PD, Italia viva ha strappato 25 deputati al partito di Nicola Zingaretti ed uno a Civica Popolare. A Palazzo Madama, i senatori dem che hanno seguito Matteo Renzi sono stati 13. Si sono poi aggiunti Donatella Conzatti da Forza Italia e Riccardo Nencini dal PSI.
Due settimane fa è stata la volta dell’addio della senatrice pentastellata Silvia Vono, che ha scatenato un vero e proprio putiferio politico. Il leader 5 stelle Luigi Di Maio si era visto costretto a parlare di “mercato delle vacche”. La nuova arrivata ha subito dichiarato che ci sarebbero altri esponenti grillini che starebbero valutando l’idea di passare a Italia Viva.
L’ultimo cambio di casacca è stato annunciato dallo stesso Renzi nel suo ultimo post su facebook. La senatrice del PD Annamaria Parente è passata tra le fila del partito dell’ex segretario dem. Con questo arrivo i senatori di Italia Viva raggiungono quota 17, e sono sempre più decisivi per le sorti dell’esecutivo.
Questi numeri fanno il loro ingresso in una Camera infuocata che oggi discute per l’ultima volta la riforma del taglio dei parlamentari. Già si sa che Matteo Renzi non opporrà veti. Il suo obiettivo è quello di diventare ago della bilancia nelle future legislature grazie al ritorno al proporzionale puro che dovrebbe fare da sfondo alla legge in discussione oggi.
Quindi per ora il Premier Conte può stare sereno. Solo per ora.