Scoperta la tomba di Romolo. Dopo trentotto anni di regno, secondo la tradizione (all’età di cinquantaquattro anni), Romolo venne assunto in cielo durante una tempesta ed un’eclissi, avvolto da una nube, mentre passava in rassegna all’esercito e parlava alle truppe vicino alla Palus Caprae in Campo Marzio. L’improvvisa scomparsa del loro fondatore fece sì che i Romani lo proclamassero dio (con il nome di Quirino, in onore del quale fu edificato un tempio sul colle, chiamato in seguito Quirinale).
Sembra anche che, per dare maggiore credibilità all’accaduto, la tradizione racconta che riapparve al suo vecchio compagno albano Proculo Giulio, il più antico personaggio noto appartenente alla gens Iulia.
Scoperta la tomba di Romolo
«Stamattina o Quiriti, verso l’alba, Romolo, padre di questa città, è improvvisamente sceso dal cielo e apparso davanti ai miei occhi. […] Va e annuncia ai Romani che il volere degli Dei è che la mia Roma diventi la capitale del mondo. Che essi diventino pratici nell’arte militare e tramandino ai loro figli che nessuna potenza sulla Terra può resistere alle armi romane.»
(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, I, 16.)
Tra mito e leggenda Romolo è sicuramente una delle figure più amate e importanti della storia di Roma.
Dopo un anno di ricerche, basate sugli appunti lasciati dall’illustre architetto e archeologo Giacomo Boni, giungono a noi importanti rivelazioni a livello storico scientifico.
Proprio in questi giorni è stato riportato alla luce un ambiente sotterraneo, sito vicino al complesso della Curia- Comizio, contenente un sarcofago in tufo ( roccia magmatica molto abbondante in tutto il Lazio) lungo 1,40 m. Secondo i primi rilievi il sarcofago potrebbe risalire al VI sec. a. C. Inoltre, si parla del ritrovamento di un elemento a forma circolare, che potrebbe essere, secondo gli esperti, un altare.
Il complesso sarebbe situato in un posto tutt’altro che casuale, ( sotto la scalinata di accesso alla Curia) secondo fonti antiche, si tratterebbe del luogo in cui riposano i resti del primo re di Roma, come raccontato dallo scrittore romano Marco Terenzio Varrone.
Come tiene a precisare Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo: “Il contesto coincide con quello che le fonti tramandano essere il punto post rostra, ovvero dietro i Rostra repubblicani, dove si colloca il luogo stesso della sepoltura di Romolo. Non è un caso che in asse con l’ambiente sotterraneo si trovi il Lapis Niger, la pietra nera indicata come luogo funesto perché correlato alla morte di Romolo”.
Le ricerche basate sugli studi del Dott. Boni confermano quanto da egli teorizzato e cioè la presenza di un heroon, ossia un monumento eretto in memoria di un personaggio illustre od eroico.
Che sia o meno la tomba di Romolo, solo le risultanze degli esami scientifici potranno dircelo, quel che è certo è che si tratta di un luogo molto importante per gli antichi romani che hanno fatto di tutto per proteggerne l’integrità nei secoli a venire.