La musica italiana quest’estate s’arricchisce di un nuovo elemento molto promettente. Chi? Trankida! Noto all’anagrafe come Gabriele Tranchida, si tratta di un cantautore modenese dallo stile pop.

Prodotto da Alex Bagnoli per PALART Records, Trankida ha esordito con il suo primo album lo scorso 9 Giugno. Il titolo del progetto? “Com’è” di cui, qui sotto, è possibile visionare ed ascoltare il primo singolo omonimo. L’intero lavoro, invece, è reperibile nei digital store (Amazon oppure iTunes).

Metropolitan Magazine Italia ha raggiunto il cantautore per una breve intervista. Leggete cosa ci ha detto!

MMI: Ciao, Trankida! Innanzitutto, auguri per il lancio del tuo primo album. Ascoltandolo, si capisce che tieni molto al concetto d’amore perché ne parli quasi sempre. Quindi la prima domanda che ti facciamo è: cos’è per te l’amore? E perché per te è tanto importante?

L’amore è l’unico motivo per il quale vale la pena vivere. Senza l’amore siamo fermi, niente prende forma, niente di buono può iniziare. L’amore è aiutare, capire e proteggere.

MMI: Un’altra protagonista della tua musica è la donna. Questa lei, a cui ti rivolgi costantemente, non solo ti fa provare emozioni, anche forti, ma la rispetti. Sempre. Anche quando l’amore finisce. Tant’è vero che la separazione, secondo te, per quanto la storia sia stata tormentata, può culminare nel raggiungimento di una “Pace ammirevole” con se stessi. Qual è, secondo te, il segreto per raggiungere questo stato d’armonia interiore?

Beh, ringrazio il cielo d’essere arrivato alla mia pace! Quando un rapporto finisce, non finisce, in realtà, subito. Si passano lo stesso periodi di sofferenza, rabbia, tristezza, rimpianti, gelosie e altro riguardo l’altra persona. Ma è necessario consumarsi, finire le “cartucce”, portare allo stremo il rapporto, per arrivare, poi, alla propria pace.

MMI: Delle nove canzoni che hai inciso per il tuo disco d’esordio, ce n’è una a cui, per qualche motivo, ti senti particolarmente legato? Se sì – o no – perché?

La canzone alla quale sono più legato è “Com’è”, l’ho scritta ormai 5 anni fa ed è stata la prima sulla quale ho lavorato e ad essere inserita nel disco. Una parola e una storia così forte per me, che doveva dare assolutamente il nome all’album.

MMI: Adesso parliamo un attimo del tuo percorso d’artista. Nel 2004, dopo aver studiato canto per alcuni anni, inizi a fare teatro con diverse compagnie amatoriali, solo per poi ritornare sui tuoi passi. C’è stato un momento preciso in cui hai capito che il tuo futuro era la musica o hai maturato tale consapevolezza gradualmente?

È iniziato tutto in modo naturale. È stato un periodo bellissimo quello dei musical, o meglio, delle opere popolari come “Notre Dame de Paris” e “Romeo e Giulietta”. Il teatro dà una magia tutta sua! Piano piano andavo avanti e arrivavano progetti nuovi. In generale, mi piace cambiare, mi piace provare cose diverse tra loro.

PHOTO CREDITS: WWW.TRANKIDA.IT

MMI: Nel 2007 entri a far parte di un coro gospel. Raccontaci di quest’esperienza e di come ti ha aiutato a diventare il cantautore in ascesa che sei oggi.

Anche questa, è stata un’esperienza speciale. Erano tutti professionisti, la musica Gospel ha un’energia e una forza che ti prende subito. È bellissimo quando le voci si sposano e creano l’armonia. Cantavamo a matrimoni o a feste private e soprattutto in chiesa, il posto giusto per fare Gospel. Dovesse arrivare un secondo album, vorrei aggiungere sicuramente anche questo genere speciale.

MMI: Anche il pop – in particolare quello americano – ti ha formato e guidato, fin dal 2002. Quale artista credi abbia influito di più sul tuo stile?

Beh, ho ascoltato artisti diversi tra loro e tutti mi hanno un po’ “contaminato” ma lo stile e la musica che mi ha segnato di più sono stati quelli di Stevie Wonder. 

MMI: Un’ultima domanda o, meglio, richiesta. Consiglia ai nostri lettori un album che hai ascoltato di recente e spiega il perché della tua scelta.

Beh, quando decido di comprare dischi ne prendo più di uno, così sono a posto per un po’ di tempo. Gli ultimi che ho preso sono stati due “Best of”: uno di Lou Reed, l’altro di Eric Clapton. Poi ho preso un album unplugged di Alicia Keys e il primo album di Levante.

Ringraziamo Trankida per averci concesso un po’ del suo tempo e per essersi aperto con noi. Speriamo davvero di risentirlo presto con un nuovo prodotto discografico!

Alessandra Cardullo