La scuola riparte, ma Covid-19 è ancora in agguato. L’Istituto superiore di Sanità ha fornito indicazioni precise su cosa fare se un alunno o un docente manifesta sintomi della malattia.
Scuola e Covid-19: cosa fare se si presentano i sintomi
Ad agosto, l’Istituto superiore di Sanità ha stilato e divulgato un documento di 25 pagine rivolto ai presidi delle scuole, per dare loro indicazioni precise per affrontare possibili casi positivi e/o nuovi focolai. Se si sospetta un caso di Covid-19 in una scuola o in servizio dell’infanzia perché un alunno o un membro del personale ne manifesta i sintomi, bisogna applicare un preciso protocollo. La prima cosa da fare è munire l’individuo in questione di mascherina, per poi condurlo in un locale dedicato alla gestione dei casi, che dovrà essere presente in ogni istituto.
I referenti Covid
In ciascuna scuola verrà nominato un “referente Covid” che avrà il compito di assistere le persone accompagnate nel locale dedicato ai presunti positivi. Se è un alunno a manifestare sintomi, l’istituto ha il dovere di chiamare i genitori che dovranno, a loro volta, avvisare il pediatra o il medico di base; questi procederà al triage telefonico ed eventualmente indirizzerà lo studente e i genitori a fare il tampone. Nel caso il tampone sia positivo, sarà avviata l’indagine epidemiologica a cura della Asl di riferimento. Se invece il contagiato è un insegnante o altro personale presente, dopo essere stato accompagnato nel locale apposito, il soggetto dovrà contattare il proprio medico di base ed eventualmente procedere con un tampone.
La quarantena
In caso di esito positivo del tampone, la Asl di riferimento procede con contact tracing: il referente Covid della scuola o lo stesso preside fornirà l’elenco dei contatti stretti (ovvero persone entrate in contatto con il contagiato nelle ultime 48 ore) e dei loro genitori. Vi è poi la possibilità di attuare una quarantena della durata di 14 giorni da estendere ai compagni di classe e al personale scolastico entrato in contatto con il contagiato; durante questo periodo di lontananza, sarà attuata didattica a distanza.
In caso di genitore positivo
Se a risultare positivo è il genitore di un alunno, quest’ultima dovrà restare a casa, ma per i suoi compagni e il personale scolastico non sussiste obbligo di quarantena. I genitori hanno però il dovere di informare la scuola del motivo dell’assenza, così che il referente Covid possa individuare eventuali cluster di assenze o situazioni anomale di eccesso di assenze. Le stesse regole di prevenzione sono da applicarsi qualora il positivo sia un convivente o un familiare di un professore o di altro personale scolastico. Sempre centrale è la figura del referente, che ha il compito di tenersi in contatto con il dipartimento di prevenzione della Asl e con i genitori.
Il ritorno a scuola dopo un caso positivo
Dopo un caso accertato di Covid-19, se la persona contagiata è stata a scuola nei sette giorni precedenti la scoperta, va attuata al più presto la sanificazione straordinaria dell’edificio. Per il rientro in classe del positivo è necessaria la conferma di avvenuta guarigione con due tamponi negativi eseguiti a distanza di 24 ore. Se il primo tampone è negativo, l’esame va ripetuto dopo 2 o 3 giorni, periodo durante il quale il presunto contagiato dovrà rimanere in casa. In caso di focolaio, si procederà con la chiusura totale o parziale della scuola, a seconda della distribuzione e del numero dei contagi e della situazione locale della zona dove si trova l’istituto.
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