“Io, te e il mare“, cantava Piero Cicala. “Un ammore profondo come il mare...”, intona con una giacca in lamè, sgargiante ma in stile ai balletti a bordo pista. L’enfasi della performance, prende vita dietro un paio di lenti scure. Settecentomila copie vendute, e un ristorante comprato a Savelletri in Puglia. Tanto fruttò il brano in classifica. “Se sei così ti dico sì“, stasera in tv Emilio Solfrizzi è il cantante neomelodico che farà innamorare Belén Rodríguez.

Ma Piero Cicala, ” ‘O cantant “, riappesi i completi paiettati, tramontato il periodo che lo vedeva acclamata star, celebrità indiscussa delle serate pop, dopo aver dilapidato il patrimonio nella causa di divorzio contro la moglie, non gli resta che lavorare come cuoco in quello che era il suo ristorante. Locale che nella realtà si chiamava “Da Vincenzo“, prima che vi fosse girato il film. Dopo le riprese, ha conservato il nome inventato dagli sceneggiatori e, ancora oggi, si chiama “Al Polpo Re“. Ha vinto il gusto di Piero Cicala.

Ti dico si, Cicala

Il grigiore nella vita dell’ex artista, incombe; si fa addirittura penoso, i fasti del passato solo un ricordo. “Che deve dire la gente… voleva fare il cantante e fa il cameriere…”, si mormorava. Così, quando il suo vecchio agente gli propone di esibirsi con il suo cavallo di battaglia nella trasmissione televisiva “I migliori anni” condotta da Carlo Conti, sembrerà la svolta della vita. Lascia la sua rumorosa vespetta bianca, e porta con sé un parrucchino e la vecchia giacca con i bottoni di madreperla. Alloggerà a Roma nello stesso albergo di Talita Cortès (Belen Rodríguez), una famosa argentina in Italia per promuovere un nuovo profumo. Tanto basterà al cantante sessantenne dimenticato dal mondo, senza cellulare, ad entrare nelle grazie della diva che lo porterà con sé in America.

Il regista Eugenio Cappuccio nel 2011, tira fuori dal mondo pugliese, un personaggio tipicamente terrone, irresistibile, dalle espressioni veraci. L’amara ironia è il suo pezzo forte. “Se sei così ti dico sì“, stasera in tv con un titolo francamente strano, meno azzeccato alla peculiarità del musico del tavoliere. Un refuso alla Checco Zalone, un Tony Manero con toupée, un pover uomo che fa di quella sua mestizia agrodolce, la marcia in più per risultare simpatico. Uno di Bari, non può che esser sospinto dal mare e concreto, e genuino senza fronzoli. Dietro l’apparente star, avida di gloria, che riesumato risale sul palco per puro guadagno, si cela l’artista di cuore; lui che sul finale brucia il suo brano di successo, per la canzone al pianoforte meno nota, ma scritta dal profondo. “Amami di più” e viene giù la sala.

Fascino salentino o argentino?

Piero e i suoi due amici, il chitarrista Gianni Ciola e il batterista Vito Corrente. Un trio che grida vendetta più che una band. Stasera in tv, luci diverse ad accompagnare “Se sei così ti dico sì“: anticata anni’80 per le scene pugliesi amarcord, patinata e fulgida per quelle romane, in tono alla frivolezza. Bisogna saperci fare con un microfono in mano; che sia “Champagneper brindare a un incontro, o “Barbera e champagneper colpa del tuo amor, purché ‘la’ ‘si’ ‘fa’.. con il cuore.

Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguici