Selvaggia Lucarelli: “Non perdonerò mai Fedez per quel che mi ha fatto nel 2017”

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Di Redazione Gossip

Selvaggia Lucarelli è tornata a parlare dell’ex coppia formata da Chiara Ferragni e Fedez. La giornalista è intervenuta in un episodio del podcast The BSMT per analizzare quanto accaduto nella vita dell’imprenditrice digitale e del rapper dopo che lo scoppio dello scandalo pandoro li ha investiti.

Selvaggia Lucarelli e la storia del 2017 contro Fedez

“Un po’ di anni fa, nel 2017, ero in vacanza in India e stavo percorrendo una strada bellissima in macchina e mi arrivano dei messaggi sul telefono. Erano due rapper-youtuber che si chiamano Archade Boyz e avevano pubblicato un video su me in cui mi insultavano dicendo cose orribili. Cose del tipo ‘ti fai trapanare da..‘, robe irripetibili. Io ero sconvolta, mi rovinarono la vacanza. Tornata a casa annunciai che li avrei denunciati e così ho fatto, nel mentre scrissi anche un pezzo su Chiara Ferragni che io reputavo divertente. Infine, giorni dopo, questi due ragazzi vengono invitati al compleanno di Fedez e Fedez gli dà i suoi avvocati. Io lì ho capito che di tante cause di cui si appropriava non gliene fregava niente. Lì c’era: violenza, bodyshaming, violenza verbale, cyberbullismo, istigazione all’odio perché istigavano i loro fan a venirmi a insultare. Erano due persone che avevano all’epoca 150 mila followers”.

E ancora:

“Il processo è andato avanti, loro con gli avvocati di Fedez io col mio e alla fine ho vinto: un Processo durato anni. Loro volevano mediare facendo un video insieme, io ho sempre rifiutato. Il giudice li ha condannati a pagare una multa di 4-5 mila euro ed a risarcirci di 20 mila euro. E loro hanno fatto una raccolta fondi per la sanzione. Così i loro fan hanno pagato la sanzione e quando toccava a me ricevere i soldi hanno dichiarato di essere nullatenenti. Io quei soldi non li ho ancora visti, in compenso ho speso 10 mila euro di avvocato. Tutt’oggi risultano essere nullatenenti eppure su YouTube guadagnano: dove finiscono i loro soldi? Chissà”.