Sempre più prodotti beauty si stanno dedicando alla cura del corpo femminile e di tutte le esigenze, che per troppo tempo sono rimaste senza voce. Dai prodotti per la cura dell’igiene intima agli integratori adatti al ciclo mestruale.
I brand beauty e i tabù sulle donne: finalmente si parla di menopausa, igiene femminile e.. capelli bianchi
Secondo l’agenzia di social intelligence Dynvibe, questo trend è sempre più in crescita. Un grande esempio virtuoso in questo senso è la Francia, veicolata dal marchio MiYé. Spesso accade solo tra i marchi giovani e indipendenti, ma l’emergere di un’offerta beauty direttamente legata ai esigenze specifiche delle donne, finora ignorati nelle campagne di marketing, si sta diffondendo in tutti i mercati.
“Stiamo assistendo all’emergere di una nuova libertà di parola, soprattutto tra le donne, in concomitanza con il movimento ‘Me-too’. Da un punto di vista sociale, questo fenomeno ha fissato il fatto che le donne hanno il diritto di esprimersi, quindi fa avanzare la società, collettivamente, quando si tratta di questioni femminili”, spiega Anne-Cécile Guillemot, cofondatrice dell’agenzia Dynvibe, a Premium Beauty News.
Per capire al meglio i mercati, questa agenzia specializzata in Social Intelligence raccoglie e analizza i dati generati spontaneamente dai consumatori sui social media o sui motori di ricerca. Sulla base di questa intuizione, l’agenzia ha osservato che, nonostante le differenze culturali, la maggior parte dei Paesi ha inviato una serie di segnali a favore di nuove aspettative da parte delle donne. Queste aspettative sono spesso espresse e trasmesse da influencer o changemaker, che agiscono come portavoce della propria esperienza. Menopausa, gravidanza, cicli ovarici, infezioni urinarie, secchezza vaginale, capelli bianchi… questi temi a lungo ignorati e unicamente femminili vengono ora portati alla luce del sole.
“Il tema della menopausa è una proprio il tipico tema tabù di cui non si poteva parlare. Questi eventi della vita creano una sofferenza che le generazioni di oggi non vogliono più sopportare da sole. C’è un bisogno che si avverte, ma gli operatori sanitari non necessariamente forniscono risposte o assumono questo ruolo di supporto”, continua Sarah Lagier, Market Insight Analyst di Dynvibe.
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