Samuel Beckett muore a Parigi il 22 dicembre 1989. Premio Nobel per la letteratura nel 1969 ed esponente del teatro dell’assurdo

Drammaturgo, scrittore, sceneggiatore, poeta e traduttore, Samuel Beckett, nato a Dublino il 13 aprile 1906 e morto a Parigi il 22 dicembre 1989, è l’esponente più significativo del teatro dell’assurdo. Lo stile che ha caratterizzato parte della produzione teatrale dal dopoguerra fino agli anni’60.

Samuel Beckett, teatro dell’assurdo ed esistenzialismo francese

Insieme a Eugene Ionesco e al primo Harold Pinter, Beckett esprime nelle sue opere il concetto filosofico di assurdità dell’esistenza umana, che in letteratura trova affinità e si incrocia con le tematiche dell’esistenzialismo francese di Jean Paul Sartre e Albert Camus.

Samuel Beckett, l'esistenzialismo e Jean Paul Sartre - photo credits Wikipedia
Samuel Beckett, l’esistenzialismo e Jean Paul Sartre – photo credits Wikipedia

Il Nobel per la letteratura nel 1969

Premio Nobel nel 1969 per la sua capacità di decifrare la crisi dei valori morali dell’uomo del ‘900, e averne saputo portare in scena lo smarrimento attraverso un teatro che ribalta il concetto di tempo catapultandolo in un mondo senza inizio né fine né scopo. La sua drammaturgia porta in scena questa mancanza di significato e di prospettive di chi rimane, inetto, ad aspettare che qualcosa cambi.

Aspettando Godot

Questa surreale attesa viene portata in scena nel suo lavoro più celebre Waiting for Godot, del 1952, che debutta a Parigi l’anno dopo al Teatro de Babylone. Waiting for Godot  è una non narrazione. A Vladimir ed Estragon, i due protagonisti che aspettano questo fantomatico personaggio, che alcuni hanno voluto identificare con Dio, altri con il proprietario del terreno su cui si trovano, non succede niente.

Godot, va a riferir loro un ragazzo, oggi non viene ma verrà domani. Non succede naturalmente. E intanto raddoppia l’assurdità della situazione con il sopraggiungere di un’altra coppia surreale, quella di Pozzo e Lucky, un padrone e un servo immersi in dialoghi altrettanto futili.

Il critico letterario irlandese Vivian Mercier ha scritto che Beckett “ha realizzato il teoricamente impossibile, un’opera in cui non succede nulla, ma che tiene incollati gli spettatori ai loro posti. In più, considerando che il secondo atto è una ripresa leggermente differente del primo, ha scritto un’opera in cui non succede nulla, due volte”.

Quando spazio, tempo e linguaggio non sono più le coordinate per capire il mondo

La disgregazione spazio temporale è la conseguenza della perdita della fiducia in un ordine, in una logica che governi la realtà , stabilisca il destino e la finalità dell’esistenza, dia delle risposte. L’uomo del ‘900, dopo le due guerre mondiali, l’uso della bomba atomica, l’affermazione dei regimi totalitari è senza Dio, senza fede nella ragione e neanche nella scienza.

Così come anche il linguaggio è talmente scarnificato e impoverito da non riuscire più a trovare corrispondenza nella realtà. Quando i due si chiedono se possono muoversi e decidono di farlo, compare una scritta in cui si legge che invece i due non si muovono, malgrado affermino il contrario. Il pessimismo che vibra nelle opere del teatro dell’assurdo in cui questo niente viene gridato e denunciato in modo talmente ripetitivo da diventare soffocante, suscita sgomento e fastidio nello spettatore.

James Joyce e l'influenza su Samuel Beckett - photo credits: Peggy Guggenheim collection
James Joyce e l’influenza su Samuel Beckett – photo credits: Peggy Guggenheim collection

Gli studi al Trinity College, poi in Francia e l’incontro con James Joyce

Prima ancora che autore di opere teatrali, Beckett è già conosciuto come poeta, saggista e scrittore. Ha studiato alla Portora Royal School nella contea irlandese di Fermanagh, dove era già stato Oscar Wilde, poi al Trinity College.  Eccelle nella lingua francese ed è in Francia che diventa lettore in lingua inglese .

Sempre qui ha incontrato Joyce e pubblicato le sue prime opere: il saggio Dante… Bruno, Vico.. Joyce e il suo primo racconto, Assumption, e’ apparso sulla rivista Transistion fondata da Eugene Jolas e dalla moglie Maria Mac Donald a Parigi nel 1927 per diffondere il modernismo.

Samuel Beckett e l’incontro con lo psicanalista Jung

Segue, nel 1931, un saggio su Marcel Proust. I rapporti con Joyce, nel frattempo, si sono raffreddati dopo che lui ha respinto una relazione sentimentale con la figlia schizofrenica, Lucia. Dopo l’esperienza come insegnante e deluso dall’ambiente accademico, inizia a viaggiare per l’Europa e conosce ad una conferenza lo psicanalista Carl Gustav Jung.

Il primo romanzo rifiutato dalle case editrici perché scabroso

Il primo romanzo, invece, è del 1932, Dream of Fair to Middling Women, ma le case editrici non lo pubblicano per i contenuti erotici e per i riferimenti a relazioni illecite riconoscibili dalle persone coinvolte. Verrà pubblicato postumo nel 1993. Il 1933 invece è l’anno della raccolta di racconti More Pricks than Kicks (Più pene che pane), in cui è evidente l’influenza di Joyce, che non ha però un grosso riscontro di pubblico.

Samuel Backett poeta e le ricerche sul cinema

Come poeta, tra le pubblicazioni ricordiamo Ossa d’arco del 1935, oltre a diversi saggi con i quali delinea i tratti della nuova poetica modernista irlandese. Nello stesso periodo lavoro al romanzo Murphy e inizia le sue ricerche sul cinema che lo porteranno, nel 1964, a realizzare insieme a Buster Keaton, il cortometraggio Film, per la regia di Alan Schneider, presentandolo al New York Film Festival l’anno successivo.

Scoppia la guerra, entra nella Resistenza francese

Gli anni ’40 lo vedono entrare in contatto con Alberto Giacometti e Marcel Duchamp. Ha una breve relazione sentimentale con Peggy Guggenheim e viene accoltellato da un uomo, “Prudence” di cui rifiuta le avance, finendo in ospedale. In queste circostanze conosce la sua futura compagna, Suzanne Dechevaux-Dumesnil.

Durante la guerra si arruola nella Resistenza francese lavorando come corriere dal 1940, per poi fuggire con la compagna, due anni dopo nella regione della Provenza. Si attiva in azioni di sabotaggio dell’esercito tedesco e alla fine della guerra riceve l’onorificenza della Croce di guerra dal governo francese.

Samuel Beckett e L’ultimo nastro di Krapp, la visione di se stesso nel futuro

Dopo la guerra scrive l’opera teatrale L’ultimo nastro di Krapp, che viene rappresentata nel 1958 al Royal Court Theatre di Londra. Racconta della visione di Beckett del suo futuro come letterato, di cui ricordiamo la frase “E’ chiaro che la tenebra che ho sempre cercato di soffocare è in realtà il mio più prezioso alleato”.

I Dramaticules dagli anni ’60 agli anni ’80 e l’omaggio ad Havel

Quando porta in scena l’opera, il protagonista sta ascoltando un audio che racconta la storia  della sua vita che termina con questa frase. Il pubblico però non riesce ad ascoltarla perché Beckett manda avanti il nastro. Tra le sue opere teatrali anche Finale di Partita, del 1957, Giorni felici del 1961 e Commedia del 1963.

Nei vent’anni successivi scrive una serie di opere brevi che lui definisce Dramaticules, all’insegna dell’esiguità di testo e azione. Catastrofe, del 1982, è invece il suo omaggio al drammaturgo cecoslovacco  Vàclav Havel  imprigionato come dissidente politico.

Da ricordare anche la trilogia di romanzi Molloy, Malone e L’innominabile, scritti in lingua francese, più facile, secondo Beckett, perché non essendo la sua madrelingua, “mi è più facile non avere uno stile”.

Samuel Beckett anche autore radiofonico

Importante anche la sua carriera radiofonica, infine, inaugurata nel 1956 con un lavoro per la Bbc inglese che gli commissiona l’opera Tutti quelli che cadono, radiodramma macabro il cui titolo è ripreso dal  Salmo 145. Seguono altre tre sceneggiature: Parole e musica, Radio 1 e Cascando. Sfruttando le potenzialità della radio Beckett fa ampio uso dei rumori, dai versi degli animali ai cigolii.

Malato e ricoverato in una casa di cura parigina, a pochi mesi dalla  scomparsa di Suzanne, Beckett muore a Parigi il 22 dicembre 1989.  

Anna Cavallo