Ieri, 19 gennaio 2018, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha nominato Liliana Segre senatrice a vita. La donna, attualmente 88enne, è sopravvissuta alle deportazioni ebraiche nel campo di concentramento di Auschwitz dove perse la vita tutta la sua famiglia.
Come è nei poteri del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha nominato Liliana Segre senatrice a vita, una persona che ha, secondo i canoni costituzionali, “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario“.
Testimone dei fatti vissuti, fautrice di una lotta pacifica antirazziale e della libertà di pensiero, Liliana Segre negli anni si è dedicata a diffondere la propria tragica esperienza, lottando contro l’oblio e a favore del ricordo.
Liliana Segre è stata raggiunta prima da una telefonata del segretario generale del Quirinale. Poi direttamente da un colloquio telefonico con Sergio Mattarella, da sempre molto sensibile al tema delle legge razziali e delle deportazioni ebraiche.
“Non posso darmi altra importanza che quella di essere un araldo, una persona che racconta ciò di cui è stata testimone… – ha affermato Liliana Segre all’Ansa -. E’ stato – ha raccontato in un colloquio telefonico – un fulmine a ciel sereno. Mi sento una donna qualunque, una nonna, e non ho mai pensato a tutto questo. Sapere di essere tra i senatori a vita è un onore e una grande responsabilità“.
“Sono felice che abbia accettato, signora – ha ringraziato con poche parole Sergio Mattarella -. L’ingresso in Senato di una persona con la sua storia e la sua forza morale avrà un significato importante per l’Italia“.
Liliana Segre: sopravvissuta insieme ad altri 25 bambini deportati
La tragica storia di Liliana Segre inizia nel 1938 quando, all’età di appena 8 anni, in una notte d’estate, il padre le comunica che, per via delle nuove leggi razziali, non avrebbe più potuto frequentare la scuola pubblica.
Parte di una famiglia borghese ebrea, ma laica, di Milano, che mai aveva fatto della propria religione un motivo di identità, di lì a poco la vita dell’allora bambina e della sua famiglia fu, come quella di milioni di ebrei e non, sottoposta a repressioni e persecuzioni.
Fino a quando nel 1944, dopo aver tentato di fuggire e nascondersi, tutta la famiglia di Liliana Segre fu arrestata. Successivamente tutti furono caricati sui freddi vagoni che partivano dal Binario 21 di Milano Centrale, direzione Auschwitz-Birkenau.
Arrivata nei campi di lavoro, il suo nucleo familiare fu disgregato e lei impiegata nella fabbrica di munizioni Union. Sarà la sola della sua famiglia ad uscire viva, quando nel 1945 fu liberata dall’Armata Rossa che irruppe nel campo di concentramento di Ravensbruck. Solo in 25 bambini italiani, su 776 deportati ad Auschwitz, si salvarono e Liliana Segre era tra questi.
Ora Liliana Segre entrerà in Senato, ricca della sua storia fondamentale per sensibilizzare e segnare la strada della politica e dei futuri interventi legislativi.
Ha accolto con gioia la notizia la Comunità Ebraica che, in nome del suo presidente Noemi Di Segni, si è detta “commossa”, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo dove si tende a dimenticare quanto di terribile l’uomo è stato in grado di fare solo pochi decenni fa.
Di Lorenzo Maria Lucarelli