Un rito unico per tutti i procedimenti in materia di famiglia, domanda contestuale di separazione e di divorzio, un ‘piano genitoriale’ utile al giudice per modulare visite e collocamento del figlio minore. Sono alcune delle principali novità contenute nella riforma Cartabia in materia di famiglia, che entreranno in vigore il 28 febbraio prossimo – con un anticipo di qualche mese rispetto alla data inizialmente prevista (30 giugno 2023) – e che si applicheranno alle cause che sopraggiungeranno dal 1 marzo. Il tutto in vista dell’introduzione – nell’ottobre 2024 – del tribunale della famiglia, istituito ‘ad hoc’ per questo tipo di procedimenti.
La legge di Bilancio ha poi disposto l’anticipazione dell’entrata in vigore della maggior parte delle disposizioni previste dalla riforma. Una riforma la cui architettura ruota intorno agli impegni assunti con l’Europa nel Pnrr: l’obiettivo è arrivare a ridurre del 40% i tempi della giustizia civile.
Rito unico
Un solo rito – con il quale si supera la frammentazione finora vigente – applicabile a tutti i procedimenti che riguardano famiglie e minori di competenza del tribunale ordinario, del tribunale per i minorenni e del giudice tutelare, con esclusione dei procedimenti per le dichiarazioni di adottabilità, quelli sulle adozioni di minori e quelli di competenza delle sezioni specializzate sull’immigrazione.
La legge valorizza tutele nelle ipotesi di violenza familiare e domestica a salvaguardia delle vittime, prevedendo particolari percorsi in presenza di “allegazioni di violenza domestica o di genere”.
Interesse prevalente del minore e piano genitoriale
La riforma rafforza la centralità dell'”interesse prevalente del minore”, come sancito da tempo dalla giurisprudenza in materia. Il criterio di competenza territoriale prevalente sulle cause di famiglia è infatti quello della residenza abituale del minore, che corrisponde al luogo in cui “si trova di fatto il centro della sua vita”. In mancanza di figli minori, invece, è competente il tribunale del luogo di residenza del convenuto.
La legge Cartabia prevede, poi, la presentazione, davanti al giudice, di un piano genitoriale che illustri gli impegni e le attività quotidiane dei minori, relative alla scuola, al percorso educativo, alle eventuali attività extrascolastiche, alle frequentazioni parentali e amicali: un piano che possa essere la base per il magistrato da cui partire nel decidere su affido, collocamento
e diritto di visita.
Tribunale ad hoc
La riforma istituisce il tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie: tribunali circondariali e, quale organo centrale, un tribunale distrettuale. I tribunali per i minorenni non sono soppressi, ma vengono trasformati in queste nuove articolazioni, per valorizzare le loro specializzazioni. Questa parte della riforma entrerà in vigore nell’ottobre 2024.
Sparisce l’udienza presidenziale. In secondo luogo, per effetto della nuova regolamentazione, la procedura di separazione e divorzio non comincerà più con una semplice istanza davanti al Presidente del tribunale e al giudice istruttore, ma direttamente con il ricorso davanti al Collegio o al giudice delegato. L’udienza presidenziale, quindi, confluirà in quella conclusiva. Il giudice procederà comunque ad un invito alla mediazione, tanto che per il divorzio servirà attendere il passaggio in giudicato della sentenza parziale di separazione.
Infine un’ultima novità riguarda la presentazione di un piano genitoriale da parte dei due coniugi in procinto di separarsi. I documenti, da inserire negli atti introduttivi, dovranno essere un resoconto delle attività scolastiche ed extrascolastiche che servirà al giudice per decidere su affidamento, collocamento e diritto di visita. Qualora uno dei due genitori dovesse accettare ma non rispettare il piano, il giudice avrà facoltà di comminare una sanzione che va dall’ammonizione al pagamento di 5000 euro.