Clima eccessivamente “agonistico” quello che si respira nel Seregno Calcio, club lombardo promosso quest’anno dalla Serie D alla Serie C. un atteggiamento in campo duro contro gli avversari, a volte al limite della sportività. È forte, infatti, la denuncia raccolta dal quotidiano nazionale Il Corriere della Sera che ha riportato lo sfogo di Mauro Giacca, presidente del Trento, ultimo avverso in campo della compagine azzurra. Il giornale ha svelato, inoltre, il contenuto di un messaggio vocale inviato dal presidente dei brianzoli ai suoi calciatori: i contenuti sono tutt’altro che distensivi.
Seregno, denuncia e messaggio vocale sopra le righe
La denuncia, raccolta sempre da Il Corriere della Sera, arriva direttamente dal presidente del Trento, ultima compagni affrontata nel Girone A della Serie C dal Seregno. Nell’occasione, i lombardi si sono imposti 1-0 lontano dalle proprie mura amiche. Ma non è il risultato che ha scatenato le polemiche, ma l’atteggiamento poco sportivo ed esagerato dei calciatori lombardi in campo:
“A impressionarmi è stato sia l’atteggiamento in campo, che quello in panchina e in tribuna dei dirigenti. Ben oltre il più acceso agonismo, direi intimidatorio nei confronti dei nostri giocatori e dell’arbitro. Quando, dopo un intervento durissimo contro un mio calciatore, uscito in barella con 15 punti di sutura, ho visto quelli del Seregno festeggiare tra loro, non volevo credere ai mie occhi“.
Sulla stessa testata, inoltre, viene riportato un messaggio audio inviato dal presidente del Seregno Calcio ai suoi calciatori:
“Dobbiamo sbranarli, ucciderli, bisogna vincere per forza perché altrimenti mi inc…come una iena. Dobbiamo mangiarcele queste m.. e tu Zoia, Invernizzi… mezze f… del c… io voglio vincere perché il direttore e io non perdiamo mai!“
Una situazione un po’ antipatica, evidentemente, che getta ombre sulla gestione dell’agonismo in casa dei lombardi. L’attenzione è massima, adesso, con la Lega Pro che “monitora, con preoccupazione, quanto sta accadendo a Seregno“. Sono attesi sviluppi in questa vicenda discretamente sopra le righe dell’etica sportiva.
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Fonte articolo: Il Corriere della Sera