Serie A: ecco i migliori 5 allenatori dopo 8 giornate

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Di Redazione Metropolitan

Non esiste momento migliore della pausa nazionali per approfondire una tematica spesso lasciata in secondo piano, ovvero quali siano gli allenatori più informa del campionato. Spesso si parla dei giocatori, partendo dal presupposto che le vittorie possano nascere dalle grandi giocate dei singoli ma molte volte, dietro, c’è un grande lavoro tecnico-tattico di chi siede in panchina. Ecco gli attuali migliori 5 allenatori della Serie A:

5. Roberto De Zerbi

Roberto De Zerbi (fonte: dal web)

Merita i primi elogi il giovane tecnico bresciano, ex centrocampista di Catania, Napoli e Cluj, approdato quest’anno al Sassuolo dopo le buone cose fatte vedere al Benevento.

Il club emiliano è ormai una realtà del Serie A e, dopo l’addio di Eusebio Di Francesco, il presidente Squinzi potrebbe aver trovato un degno sostituto, capace di ridare entusiasmo allo spento Berardi e riportare agli antichi splendori Kevin Prince Boateng, tornato in Italia e già protagonista di un ottimo inizio di campionato.

Dopo il debutto in casa con il botto, come si suol dire, grazie alla vittoria per 1-0 (gol di Berardi) contro l’Inter di Spalletti, il Sassuolo ha raccolto 13 punti in 6 partire dimostrando di avere un tecnico giovane e tutto da scoprire.

Unico neo sono state le ultime due prestazioni al di sotto delle aspettative, contro un Milan in piena crisi, rinato proprio contro il club emiliano (schiacciato dai quattro gol dei diavoli rossi) e contro il Napoli (2-0 al San Paolo).

Nonostante ciò, durante la partita contro Ancelotti, il Sassuolo ha fatto un’ottima gara, mantenendo il vantaggio nel possesso palla (56% contro il 44% del Napoli) e chiudendo con 12 tiri di cui 7 in porta, dettagli che, nell’insieme, dimostrano gli ampi margini di miglioramento del neo tecnico.

4. Carlo Ancelotti

Intervista di Carlo Ancelotti (fonte: dal web)

Che Ancelotti potesse fare bene non vi era ombra di dubbio, sicuramente per un allenatore del suo calibro, trovarsi, dopo 8 giornate a 6 punti dalla vetta non è il massimo ma nulla toglie al grande gioco che continua ad esprimere il Napoli.

L’approdo di uno dei più grandi allenatori al mondo e tra i più vincenti allenatori italiani ha riacceso gli entusiasmi dell’intero mondo campano, in parte smorzato da una non ottimale campagna acquisti.

Nonostante il mancato arrivo dei così detti Top Player tanto attesi, il buon vecchio Carlo ha iniziato il suo cammino in quel di Napoli nel migliore dei modi, riprendendo il gioco di Sarri e riadattandolo alla sua filosofia, senza troppi stravolgimenti.

Ancelotti ha inoltre ridato luce a due grandi giocatori del Napoli, ora più che mai da poter considerare due nuovi veri acquisti, ossia Milik (fermo da quasi due stagioni) e Lorenzo Insigne, finalmente tornato a giocare davanti a quella porta che, con Sarri, appariva tanto lontana.

Forse avrebbe potuto fare di più, come nella pesante sconfitta per 3-1 contro la Juve a Torino, o il drammatico 3-0 contro la Sampdoria ma, tutto sommato, non si può incolpare più di tanto un allenatore tornato in Italia dopo lunghi anni e ritrovatosi in un Club che non ha di certo investito quanto i principali rivali.

3. Roberto D’Aversa

Roberto D’Aversa, allenatore del Parma – Foto Parma Repubblica

Dalla Lega Pro alla Serie A in appena 2 stagioni, è questo il biglietto da visita del tecnico del nuovo Parma Calcio, tornato nella massima divisione in tempi record. Subentrato alla panchina del Parma, al posto di Stefano Morrone, il 3 dicembre 2016, ha prima conquistato l’accesso alla Serie B e poi il biglietto per la Serie A.

Nono posto in classifica, 10 gol fatti, 9 subiti e 13 punti conquistati, addirittura ad appena 2 punti dal piazzamento Champions.

L’obiettivo ovviamente rimane la salvezza, matematicamente distante a soli 27 punti ma sognare con costa nulla, specialmente con un allenatore così. 

2. Marco Gianpaolo

Marco Giampaolo (fonte: dal web)

Non è di certo una novità per la nostra Serie A ma quanto fatto in questo inizio di stagione è da applausi.

Supportato dall’eccellente lavoro di Walter Sabatino, il quale ha allestito un’ottima rosa, il tecnico di Bellinzona ha iniziato la nuova stagione nel migliore dei modi, non solo gestendo una rosa più che valida ma riuscendo anche a creare un bel gioco, sfociato ad esempio nella pazzesca vittoria per 3-0 in casa contro il Napoli e riconfermata, la partita successiva, contro il Frosinone (0-5 per i doriani). 

Giampaolo sta vivendo uno stato di grazia e oggi più che mai si merita grandi elogi, per aver saputo dare un senso tecnico-tattico ai propri ragazzi, in primis a quel Defrel tanto criticato a Roma e altrettanto imprescindibile in questo avvio di campionato. 

La Sampdoria non è né la Roma, né l’Inter né tantomeno una Juventus o un Napoli, non ha di certo il blasone di queste né la disponibilità economica, eppure si trova lì in piena corsa Europa e chissà che non possa chiudere l’anno con qualche soddisfazione personale. 

1. Massimiliano Allegri

Allegri (Foto dal web)

“Vincere così è facile” è la frase che chiunque ha pensato vedendo la rosa della Juventus ma non è proprio così.

Certo, poter contare sugli stessi giocatori che da 7 anni dominano in Serie A, ai quali aggiungere un ottimo terzino come Cancelo, un maturo Emre Can nonché, a mo’ di ciliegina sulla torta, il 5 volte pallone d’oro CR7 aiutano e non poco.

Che Allegri avesse la strada spianata in campionato era quasi scontato, che la Juve voglia e debba vincere la Champions quest’anno è altrettanto palese (vedere Cristiano alzare nuovamente la Coppa dalle grandi orecchie con la Juve a Madrid è il sogno di tutti gli juventini) ma nessuno si sarebbe mai potuto aspettare che, dopo appena 8 giornate, il distacco tra la prima e la seconda potesse già essere di 6 punti.

Ad oggi si registrano 8 partite, 8 vittorie, 18 gol fatti, 5 subiti, un impressionante 3-1 contro il Napoli e una stabilità e serenità in campo impressionante.

Allegri ha dimostrato di saper gestire i propri campioni senza troppe pressioni e di saper controllare il giorno per tutti i 90 minuti, in modo così semplice e altrettanto maniacale da pensare che solo una follia degli stessi interpreti potrebbe far perdere qualche punto alla corazzata costruita da Marotta e Paratici.

FRANCESCO FIORAVANTI