Scorrendo l’elenco delle oltre 300 societĂ calcistiche italiane che hanno disputato il Campionato di Serie C si incontrano nomi che sembrano strani. Vediamone alcuni.
Chinotto Neri sembra, e lo è, il nome di una bevanda a base dell’omonimo agrume, ma è stata anche una squadra di calcio. Si tratta dell’US Casilina, squadra del quartiere romano di Torpignattara acquistata nel 1950 dall’industriale Pietro Neri, che la legò al suo marchio. Disputò la Serie C 1950/51 e conquistò il diritto a tornarvi ne l 1956/57. Si fuse però con la Federconsorzi, che rappresentava nel calcio gli iscritti Consorzi Agrari, e separò i suoi destini dal chinotto.
La Sebinia Alto Sebino era invece una societĂ calcistica di Lovere in provincia di Bergamo. Giocò in Serie C nell’immediato dopo guerra, nel 1947/48 retrocedendo pur ottava a causa della riforma dei campionati. Risalì subito per retrocedere nuovamente nella stagione 1949/50 stavolta chiudendo terzultima. Sopravvisse piĂą che dignitosamente in promozione fino al 2016 quando purtroppo fallì e venne radiata dai quadri federali.
L’ILVA Savona venne invece fondata nel 1932,
come Dopolavoro dell’omonima, e ancor oggi al centro di polemiche, azienda siderurgica. Arrivò in Serie C nella stagione 1940/41, si salvò arrivando decima nel Girone A ma non si iscrisse all’edizione successiva del torneo di terza serie. I dirigenti preferirono tornare in Prima Divisione per ridurre le spese e cessare dopo due altre stagioni l’attivitĂ .
La Juve Alfa Pomigliano nasce invece nel 1920 come gruppo Sportivo Pomiglianese, diventando poi emanazione calcistica del Dopolavoro Aziendale degli stabilimenti Alfa Romeo di Pomigliano. RiuscirĂ a giocare la Serie C nella stagione 1949/50 finendo diciottesimo del suo girone e retrocedendo immediatamente, per fallire alla fine del’51. Rinato varie volte nel corso dei decenni la società è arrivata ai giorni nostri come ASD Calcio Pomigliano e milita in Serie D.
Questi sono solo pochi esempi delle storie che ci racconta la Serie C dove bibite come il Chinotto Neri sfidavano idealmente acciaierie e fabbriche d’auto.