Sesso ed egoismo: godo per me o per te?

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Di Redazione Metropolitan

Da quando sesso ed egoismo vanno a braccetto? Noi di Brave ci siamo chieste questo ed altro.

Diciamolo. Viviamo in un mondo di in cui l’egoismo è divenuto pane quotidiano. E va detto che, vista la situazione, un pò di sana autoconservazione non ha mai fatto male a nessuno; anzi, ci aiuta a sopravvivere.

Ma è giusto essere egoisti anche a letto? Dov’è che il puro piacere personale lascia il posto a un pò di sano altruismo sessuale? Che poi (diciamolo!) se l’altro gode, godiamo anche noi (se non di più).

Lungi dall’essere una paladina dell’orgasmo ad ogni costo, ho come l’impressione che spesso il piacere dell’altro passi in secondo, terzo, ultimo piano. Si prende ciò che si vuole, come si vuole e arrivederci e grazie.

Ormai i rapporti occasionali abbondano, i cosiddetti scopamici altrettanto e nel marasma dei rapporti non definiti abbiamo dimenticato il bello del sesso che, per la sottoscritta, non è l’epilogo finale ma tutte le note nel mezzo.

Cosa (non) sappiamo del sesso:

Parlerò come donna. Ovviamente è la mia esperienza quindi parlerò principalmente per quanto riguarda la sottoscritta: per nessun altro.

Io vedo il sesso un pò come la fase iniziale di un rapporto: appasionante, travolgente, fatto di nuove scoperte per entrambi. E come in ogni rapporto c’è la fase preliminare, l’intermezzo e la fine.

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Sesso: godo per me o per l’altro
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Così va anche il sesso: immagino un percorso che va dai preliminari (possibilmente!) che possono portare al rapporto e poi si va a fantasia, fino alla fine. Ma tutto prevede un gioco a due, un dare e avere ma soprattutto un dare perché si ha voglia di dare. Nessuna costrizione, nessun obbligo ma il semplice, dolce e caro lasciarsi andare.

Quando il piacere è condiviso aumenta considerevolmente ma quando è voluto e desiderato e vuoi che quella stessa voglia e quello stesso desiderio vengano recepiti, non ha paragoni.

Ma attenzione: non viviamo nel paese delle meraviglie il cui il famigerato punto G è un bottone con scritto semplicemente PUSH per portare una donna all’orgasmo, nè tantomeno esiste un tale meccanismo per gli uomini. Perciò siamo realisti: dobbiamo considerare le numerose variabili che intercorrono durante un tête-a-tête.

Dicevamo:

Io incomincerei con lo sfatare un mito: l’orgasmo femminile esiste, è reale. L’anatomia sessuale di una donna non è così complicata, anzi, offre più di una scelta, questo non vuol dire che dovete focalizzarvi su un punto e basta, bensì che avete un ventaglio di possibilità da varare. Con un pò di impegno e fantasia si raggiungono tutti i risultati.

Uno studio condotto dall’Università dell’Indiana (USA) del 2010 condotto su quasi 2.000 persone tra uomini e donne dai 18 ai 59 anni, ha dimostrato come solo il 64% delle donne fosse riuscita a raggiungere l’orgasmo durante l’ultimo rapporto, contro il 91% degli uomini. A queste percentuali ne va aggiunta un’altra di percezione: l’85% degli intervistati afferma che il suo partner durante l’ultimo rapporto aveva raggiunto l’orgasmo.

Fonte: FiveThirtyEight – National Survey of sexual health and Behavior.

Ma la percentuale delle donne dice un’altra cosa, quindi: o hanno finto l’orgasmo o il loro partner si è sbagliato. Ad ogni modo lo studio conferma uno dei luoghi comuni più diffusi, e almeno per una volta, veri: gli uomini raggiungo più facilmente e più spesso l’orgasmo (e andremo anche a scoprire come mai).

Lo studio si fa più interessante quando si parla di orgasmi in relazione alle pratiche sessuali: di nuovo il 90% degli uomini lo raggiunge indipendentemente dal come, per le donne invece varia a seconda del metodo, tradizionale o innovativo, fino a raggiungere l’81%.

Ma perché aggiungere una percentuale di percezione? Cos’è peggio: un orgasmo finto, o uno non pervenuto?

La comunicazione viene spesso sottovalutata: quante volte facciamo finta che tutto vada bene, tutto molto bello, tutto molto interessante e poi (quando il partner non ci può sentire) ci lamentiamo? Non dovremmo sentirci in difetto a guidare l’altro nella scoperta del nostro stesso piacere. Prendendola con filosofia, potremmo essere un po’ come guide spirituali, d’altronde chi più di noi stesse può conoscere il proprio corpo? Ed ecco che si va a tentativi, si esplora: più a destra, sotto, no aspetta più su (piuttosto che imitare Meg Ryan sul punto di scoppiare!).

Che poi si arriva a questo punto, un pò di responsabilità è anche nostra. Lungi da me creare dinamiche di colpa, mi rendo conto che in gioco coesistono una serie di pressioni sociali, ma ne vale veramente la pena? Così ci teniamo tutto dentro per questa presunta paura di ferire l’altro, mentre poi feriamo solo noi stesse, privandoci di un sano rapporto sessuale. Oltretutto incentivando un metodo nel partner che, evidentemente, non funziona.

Sei Venuta?

No bello mio!

Uno dei problemi fondamentali è la mancanza di una vera e propria educazione sessuale. È vero, il sesso non puoi proprio insegnarlo, anzi è un po’ come andare in bici: devi provarci, cadere, rialzarti, cadere di nuovo fin quando non vai tranquillo.

Ma ci sono una serie di pre-requisiti di comunicazione che possono rendere il percorso più fluido. Soltanto che non c’è nessuna figura di riferimento in grado di insegnarli a pieno. Ciò che ci viene inculcato è solo di avere rapporti protetti, possibilmente di non rimanere incinte a 16 anni, magari arrivare al matrimonio il più possibile caste. Ma il come, quello si impara in battaglia. Purtroppo però l’assenza di un’educazione lascia dei vuoti che vengono riempiti da modelli che in fase di esplorazione e crescita dell’identità sessuale ecco, non sono proprio i più indicati. Diciamo che si possono interiorizzare, a causa di errori strutturali nella nostra cultura, dei modelli sbagliati.

Uno di questi è il porno, sul cui utilizzo non ho assolutamente nulla contro, ma anche qui bisogna riflettere non tanto sul cosa quanto sul come. Insomma, così come lo conosciamo noi, non presenterà forse dei modelli sbagliati? Che dire, ecco, dei modelli … Un tantino irrealistici.

Sesso e porno

Le donne nei porno sembrano un mezzo per raggiungere un fine. Parliamo di porno, lo so, e capisco che di certo non è un film tratto da un romanzo di Nicholas Sparks; ma il porno mainstream suggerisce un’idea del corpo femminile come oggetto utile al solo scopo di raggiungere l’orgasmo.

Questa idea viene proiettata nella vita reale e il risultato è che il piacere femminile passa inosservato. Conoscete la frase la ricerca del piacere è il piacere stesso? beh è vero.

Capisco che l’alone di misteriosità che circonda il nostro orgasmo può mettere un pò in soggezione e scoraggiare chiunque, creando ansia da prestazione o disinteresse riguardo i presunti misteri del corpo femminile. Beh, sapete una cosa? Non c’è alcun mistero: non c’è nella donna come non c’è nell’uomo. Siamo solo diversi, ed è questo il bello: cercare di esplorarsi. Non c’è assolutamente niente di male nel tentare, soprattutto perchè non c’è fallimento ma solo un nuovo tentativo.

La spontaneità proprio in questo campo è ben accetta anzi la prediletta, molto più piacevole e inclusiva della cieca fiducia (quasi meccanica!) in fantasmagorici movimenti imparati ad hoc.

Bisognerebbe seguire i movimenti del corpo come fosse una danza, e non parlo del latino americano da feste di compleanno ma di Donna Summer che canta I feel love. Insomma, il sesso non deve essere uno specchio dei ruoli di potere imposti dal Patriarcato. Non deve essere un mezzo per colmare lacune personali nè un banco di prova. Come una danza, è un atto in cui la spontaneità è il divertimento ben si sciolgono in quel pizzico di attenzione che serve a sciogliere i passi e far funzionare due corpi che si stanno sincronizzando, sfiorando, sentendo.

In una parola? Divertitevi!

BRAVE girls per: sesso&egoismo, godo per me o per te?

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