Il sesto senso, l’indiscusso capolavoro di Shyamalan

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Di Redazione Metropolitan

In seconda serata su Italia 1, il Sesto Senso, diretto da Manoj Nelliyattu Shyamalan. Uscito nelle sale nel 1999, film è stato per quasi venti anni l’horror di maggior successo, raggiungendo un incasso di quasi 700 milioni di dollari. Bruce Willis riveste i panni di uno psichiatra infantile, che sarà chiamato a fare i conti con una dura verità.

Bruce Willis e Haley Joel Osment in "Il Sesto Senso"- foto dal web
Il sesto senso- foto dal web

La trama

Il dottor Malcolm Crowe è uno psichiatra molto stimato, tanto da ottenere un riconoscimento per le sue attività. Una sera, però, una brutta sorpresa aspetta lui e sua moglie; un vecchio paziente di Malcolm incolpa l’uomo di non essere stato in grado di guarirlo e, per questo, intende vendicarsi. Decide così di sparagli e, subito dopo, di togliersi la vita. Sono passati circa otto mesi, quando Malcolm è chiamato ad affrontare un nuovo caso: un bambino di nome Cole nasconde dietro la sua timidezza un enorme segreto. Riuscirà il dottore ad aiutare il piccolo Cole?

Il Sesto Senso- foto dal web

Il sesto senso, un connubio di elementi

Un thriller drammatico, immerso, però, in una cornice horror. Insomma, tre generi diversi che si intrecciano creando un unicum alquanto perfetto. Il film esce per la prima volta il 29 ottobre del 1999 e attrae, impressiona e incuriosisce un pubblico ancora poco incline all’horror. Sono passati circa 20 anni da quel giorno e il cinema è molto cambiato. I ritmi sono diventati più veloci e i gusti del pubblico più sofisticati. Le pellicole si sono dunque adattate a tale trasformazione, assumendo caratteristiche più inclini al nuovo spettatore. Gli horror, ad esempio, basano sulla suspense il loro successo, privilegiando quelle lunghe attese accompagnate da inquietanti colonne sonore. Veloci apparizioni e continui colpi di scena sono all’ordine del giorno quando lo scopo è suscitare la paura.

Il Sesto Senso rappresenta invece l’esatto opposto: i suoi ritmi risultano piatti, i colpi di scena pressoché nulli, le anime compaiono alla vista senza però turbare lo spettatore, ma al tempo stesso, regalando quel pizzico di angoscia e inquietudine tale da permettersi la nomina di film dell’orrore. Il tutto è accentuato da un finale a sorpresa, tipico di tutti i film di Manoj Nelliyattu Shyamalan, che lascia il pubblico a bocca aperta. 

Ottima la scelta degli attori principali, Bruce Willis e il piccolo Haley Joel Osment, che oltre a donare una magnifica interpretazione, sembrano entrare totalmente in simbiosi, risultando perfetti l’uno con l’altro. Insomma, nonostante le critiche che gli sono state rivolte, il film rimane ancora oggi un cult che stupisce, attira, crea angoscia e inquietudine, senza dover necessariamente far fede a quegli elementi del cinema contemporaneo, che tendono, al contrario, a generare horror uguali e profondamente scialbi. La bellezza di film come Shining e il Sesto senso è proprio la loro capacità di mandare in tilt lo spettatore, stuzzicando la psiche umana senza l’aiuto di grandi effetti speciali.

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