Shein, il gigante del fast fashion, ha presentato un’istanza di quotazione alla borsa di New York. L’azienda cinese potrebbe essere la prossima IPO, riscontrando tantissimo successo, ma sembra non importare la tutela dell’ ambiente e dei lavoratori. I rischi verso i quali si andrà incontro non saranno pochi.

Investimenti e valore dell’azienda

Shein si quota in borsa 
Photo Credits: italiaoggi.it

Shein nasce come sito online di vendita di abiti da sposa, in seguito trasformato in venditore di abbigliamento femminile. Inizialmente l’azienda operava come drop shipping, non avendo ruolo nella produzione del vestiario. Integrando poi gioielli, borse, scarpe e cosmetici, Shein diventa vera e propria filiera e inizia a prendere il decollo. Ad ottobre 2020, dovuto anche alle condizioni della pandemia, è la più grande azienda di moda online e il suo valore arriverà a 30 miliardi di dollari. Con la sua proposta in borsa la società si classifica fra le società cinesi di maggior valore a quotarsi sul mercato newyorkese.

L’ azienda non ha indicato la valutazione all’ IPO (Initial Public Offering), ma secondo quanto riferito da Bloomberg, punterebbe ad una valutazione di 90 miliardi di dollari. La decisione di Shein di quotarsi in borsa ha smosso, e non di poco, il mercato. Goldman Sachs, JP Morgan e Morgan Stanley sono stati assunti come sottoscrittori dell’offerta pubblica iniziale. Shein, valuatata a maggio 60 miliardi di dollari, potrebbe lanciare una vendita di azioni nel 2024.

Cosa comporterà avere Shein sul mercato borsistico

L’azienda di fast fashion ha avuto una grande popolarità sul territorio statunitense grazie alla collaborazione con SPARC Group, che vede associati temporaneamente il proprietario di Forever 21 Authentic Brands e l’operatore di centri commerciali Simon Property. Il vertiginoso successo di Shein è dovuto al numerosi design sempre al passo con la moda e ai suoi prezzi bassissimi, ma tutto questo ha un prezzo.

La società cinese ha ricevuto più volte denunce per le condizioni di lavoro dei suoi dipendenti. Le sue politiche sfiorano i confini della legalità sul lavoro. Lavoratori sottopagati, condizioni non adatte e lavoro minorile e forzato sono tra le prima problematiche. Shein è stata denunciata anche per furto di progetti di artisti indipendenti, ma questi richiami non sembrano aver avuto un riscontro, né aver rallentato l’esponenziale crescita. Da non dimenticare i numerosi rischi ambientali di tali società, dannose per la quantità di rifiuti e agenti inquinanti che producono. Il Corriere riporta: “Un’indagine di CBC Marketplace ha affermato che alcuni prodotti di Shein contengono piombo, PFAS e ftalati. Una giacca per bambini esaminata conteneva quasi 20 volte la quantità di piombo considerata sicura da Health Canada”. Avere un gigante del fast fashion affermato nel mercato borsistico sarà un progresso forse, ma molto rischioso.

Giulia Antoniani

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