Un nuovo caso per Sherlock Holmes

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Di Redazione Metropolitan

Cinema Con, Las Vegas. Il produttore Joel Silver ci svela il destino di Sherlock Holmes: “Il terzo film sta arrivando.”

Dopo Gioco di Ombre (2011) , lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie sembrava essersi ritirato. Invece, qualche mese fa, è stato proprio Robert Downey Jr a rivelarci di star trattando per un terzo film. “I know Guy Ritchie loves me as much as I love him – and he damn well should. […] We’re talking about it right now. NOW. I can’t wait. “

Adesso, la conferma del produttore. Ci sarà un nuovo caso per Mr. Holmes. Secondo le previsioni di Silver, il film dovrebbe essere finito tra un anno e mezzo, quindi rilasciato nel 2020. Ma il vero caso da risolvere è: era necessario?

(via web)

Film, serie tv, fumetti, videogiochi, manga, addirittura la Disney ha la sua versione di Sherlock Holmes (Basil l’Investigatopo, anyone?). Siamo stati bombardati, complici in primis Moffat e la BBC. Benedict Cumberbatch, Basil Rathbone, Jeremy Brett, sono solo tre dei mille volti di Mr. Holmes. Addirittura il suo creatore, sir Arthur Conan Doyle, stanco del suo personaggio, lo aveva ucciso nel duello finale con Moriarty. Tornò in vita dopo 10 anni, a causa della rabbia dei fan.

Un po’ come questo franchise, morto nel 2011 alle cascate di Reichenbach. Cosa ci può dare Robert Downey Jr di più? In molti non hanno apprezzato il suo Sherlock. Troppo americano, troppo supereroe, quasi un Iron Man dell’800.

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In effetti, Sherlock travestito da donna che trascina Watson in una sparatoria e lancia Mary da un treno in corsa non è proprio da canone. C’è da dire una cosa però: lo Sherlock Holmes dei romanzi non è un gentleman impomatato ed ingessato. Si inietta cocaina in vena per non cadere in depressione. E’ un genio eccentrico, instabile, iperattivo, brillante e scostante. Non sopporta l’ordinario e non è in grado di vivere senza un caso. Pratica scherma, pugilato, arti marziali, è un uomo d’azione tanto quanto d’intelletto. Insomma, non è mica Mary Poppins.

Downey non avrà l’eleganza inglese dei più grandi, ma trasmette bene il caos di una mente geniale. Guy Ritchie ha creato uno Sherlock scanzonato, ironico, più leggero dei libri e con troppa azione, ma se continua ad affiancarlo ad una trama intricata e complessa e ad un caso costruito bene, può funzionare.

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