Shirley Temple, l’eterna riccioli d’oro d’America

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Di Marta Millauro

C’era una volta una bambina dai folti riccioli d’oro e dalle fossette irresistibili. Si chiamava Shirley Temple e per l’America della Grande Depressione fu come una manna dal cielo. Cantava, ballava e recitava con disinvoltura davanti alle cineprese di Hollywood, rivolgendosi ai milioni di spettatori che insieme a lei sognavano il vero lieto fine. Enfant prodige del cinema degli anni ’30, divenne insieme ai suoi personaggi il simbolo di una nazione che era obbligata a vedere l’arcobaleno dopo la tempesta e che non si poteva arrende di fronte alle avversità, ma caparbia sorrideva alla vita.

Nonostante i pochi anni, che a stento si contavano sulle dita di una mano, seppe brillare più di Greta Garbo, diventando l’attrice più pagata del panorama internazionale. Ebbe una carriera precoce e intensa. La sua figura fu dinamite in grado di entusiasmare e mandare su di giri una popolazione esausta e indebolita dalle difficoltà finanziare. Con lei l’America si arricchì moralmente, ma quando i soldi divennero più importanti dell’umore fu messa da parte insieme al suo talento. Nonostante a 17 anni salutò l’industria cinematografica che orami poteva fare a meno di lei, il suo rimane un nome leggendario che deve essere ricordato nel giorno in cui tutto ebbe inizio.

Shirley Temple: il giovane prodigio di Hollywood

Shirley Temple nasce a Santa Monica il 23 aprile 1928. La madre casalinga ex-ballerina riversa tutte le ambizioni artistiche su di lei e a soli tre anni la iscrive ad un corso di danza alla Meglin’s Dance School di Los Angeles. A introdurla nel mondo dello spettacolo è, però, Charles Lamont, direttore di casting della Educational Pictures, che la sceglie tra tutti i suoi compagni di classe per farle fare delle audizioni. La sua prima apparizione televisiva avviene nella serie “Baby Burlesks“, a cui segue “Frolics of Youth“. Dopo le prime esperienze lavorative Shirley ha l’opportunità di conoscere il mondo del cinema.

Arriva così la trasformazione fisica che da una svolta definitiva alla sua carriera. I capelli castani della bambina vengono tinti di biondo e acconciati in 56 perfetti boccoli; aspetto suggerito da diversi produttori cinematografici che si ispirarono al look di Mary Pickford. Una volta scelta la giusta immagine non restò che creare un personaggio che le si addicesse, perché di questo si trattò. Nonostante Shirley abbia recitato in diversi film, i ruoli da lei interpretati diedero eco al cliché sociale di una bambina orfana che, nonostante tutto, aveva successo nella vita e trovava una soluzione ai problemi. Fin dalle prime inquadrature davanti alla cinepresa, il ruolo rivestito dalla bambina fu prettamente politico.

Shirley Temple in "Baby Burlesks" - Photo Credits: All That's Interesting
Shirley Temple in “Baby Burlesks” – Photo Credits: All That’s Interesting

Quel viso paffuto abbellito dalle fossette era l’immagina a cui aspirava il popolo americano. La soluzione estetica agli ossuti bambini che riempivano i sobborghi cittadini. Lo stesso Roosvelt dichiarò: “Finché il nostro Pese avrà Shirley Temple, noi staremo bene“. La gente amava vederla sul grande schermo ed è grazie a questa idolatria che la Fox Film Corporation evitò la bancarotta. Nel 1934 il film “La mascotte dell’aeroporto” le valse un Oscar giovanile, premio inventato appositamente per lei. Il successo continuò con “On the Good Ship Lollipop” e con “Riccioli d’oro“, iconica pellicola del 1935.

Seguirono poi “Guerra di secessione“, “La piccola ribelle” e “Il piccolo colonnello“. Indimenticabile il “tip-tap sulle scale” ballato in compagnia del ballerino Bill “Bojangles” Robinson. O ancora i film “La reginetta dei monelli” e “Kipling: alle frontiere dell’India“, diretto da John Ford. La piccola ebbe pure l’onore di consegnare l’Oscar alla carriera a “Biancaneve e i sette nani” a soli dieci anni. Il suo fu un percorso artistico da record che iniziò a declinare con “La piccola principessa“, film che si proponeva come alternativa al “Mago di Oz“, ma che si dimostrò di fatti un flop al botteghino. Dopo questo progetto risollevò gli incassi della Fox con “Non siamo più bambini” nel 1940.

Da allora la sua stella iniziò a brillare sempre di meno. Prese sporadicamente parte ad altri film fino a 17 anni, quando si sposò e abbandonò il mondo del cinema. Si dedicò poi alla carriera da politica, sostenendo il Partito repubblicano, e a quella da ambasciatrice. Il 10 febbraio del 2014 si spense nella sua casa a Woodside, lasciando al mondo il ricordo di quella bambina sorridente dai riccioli d’oro che per un periodo ebbe la capacità di cambiare le sorti della sua amata America.

Shirley Temple mentre balla il tip-tap - Photo Credits: Ecodelcinema
Shirley Temple mentre balla il tip-tap – Photo Credits: Ecodelcinema

Marta Millauro

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