Comincia oggi a Venezia il processo a Filippo Turetta. Lui non sarà presente in aula, dove invece è già arrivato il papà di Giulia, Gino Cecchettin. Il papà non si è espresso con i giornalisti, dicendo che ad ora “è prematuro”. A presiedere la Corte il giudice Stefano Manduzio. Nel dibattimento è previsto un solo testimone per la difesa, l’anatomopatologa Monica Cucci, che prese parte all’autopsia della vittima, mentre sono una trentina, tra parenti, amici e investigatori, quelli dell’accusa sostenuta dal Pm Andrea Petroni.
Il processo a Turetta
Come annunciato dai suoi difensori, l’imputato è assente in aula, e anche i suoi genitori. Questo per seguire la linea difensiva del suo legale, Giovanni Caruso. Sin dai primi interrogatori, fino alla decisione di rinunciare al passaggio in udienza preliminare (optando per il giudizio immediato), non era previsto che fosse in aula, per evitare la spettacolarizzazione della vicenda. L’imputato ha confessato il delitto dopo l’arresto, deve rispondere di omicidio volontario, aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza e stalking. In aggiunta, anche l’occultamento di cadavere: tutti reati per cui rischia l’ergastolo.
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