“Silverado”, cavalcate verso l’avventura

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Di Redazione Metropolitan

Paden (Kevin Kline) è uno spiantato, Emmett(Scott Glenn) voleva giustizia, Mal (Danny Glover) aveva un conto da saldare e Jake (Kevin Costner)…era solo folle. Quattro stranieri che divennero amici e quattro amici che divennero eroi sulla strada per Silverado.

Un grande omaggio al Western classico diretto da Lawrence Kasdan (regista di “Brivido Caldo” e “Il Grande Freddo”) che tentò di riportare il genere ai fasti del passato. Era il 1985 e il vecchio West era ormai tramontato nelle sale cinematografiche, salvo per qualche piccolo rimasuglio come i film di Clint Eastwood. Fu proprio l’ex Straniero senza nome a lanciare una sfida a Kasdan: riempire i cinema degli anni ottanta con un western vecchio stile. La scommessa fu vinta ma “Silverado” ha superato la prova del tempo?

Silverado
Silverado. PhotoCredit: Web

Un posto pericoloso, in tempi senza legge

Un capanno isolato dal mondo. L’unico suo abitante viene aggredito da tre pistoleri che riesce ad eliminare. Il sopravvissuto di nome fa Emmett ed è deciso a chiudere una faccenda in sospeso.

Nel corso del suo viaggio, Emmett incontra i suoi ideali compagni di viaggio, uniti dalla bontà d’animo e un senso di giustizia capace di renderli eroi in tempi violenti come quelli del selvaggio West.

Insieme a Emmett, ci sono il fratello impulsivo Jake, il fiero Mal e soprattutto Paden, spiantato dal passato turbolento. I quattro vivranno un’avventura rocambolesca che li porterà a scontrarsi contro ottusi tutori della legge (come lo sceriffo Langston di John Cleese) e veri brutti ceffi come Cobb (Brian Dennehy). A suon di colpi di pistola, i quattro sbandati lotteranno all’ultimo sangue contro coloro che vogliono rendere Silverado un campo di battaglia.

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Silverado. PhotoCredit: Web

Quattro amici per rimettere le cose a posto

Silverado” presenta tutti i cliché e gli archetipi del western più tradizionale, rendendo omaggio in più di un’occasione (esteticamente e narrativamente) al cinema di John Ford e Anthony Mann. Un cinema fatto di storie di vendetta, uomini veloci con la pistola e con una lingua più tagliente di un coltello e che Kasdan narra con una spigliatezza misurata e brillante, tirando fuori il meglio dai suoi collaboratori e soprattutto dai suoi interpreti.

Non tutto ovviamente gira alla perfezione in “Silverado”, trattandosi di un film lungo due ore che ha subito dei tagli che hanno reso alcuni passaggi della trama frettolosi e sprecata la presenza di alcuni personaggi come la Hannah di Rosanna Arquette e lo “Slick” di Jeff Goldblum. Difetti che vengono compensati dalla sceneggiatura dello stesso Kasdan con il fratello Mark e soprattutto dall’efficacia del cast che comprende un Kline perfetto, un Glenn ruvido ma giusto e soprattutto un magnifico Dennehy nel ruolo del maligno e ghignante sceriffo con un passato da bandito.

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Silverado. PhotoCredit: Web

Per chi è alla ricerca di un film privo di pretese artistiche ma deciso ad intrattenere in modo consapevole, “Silverado” è la risposta alle vostre preghiere. Grande cinema capace di allietare le nostre serate, giocando con lo spettatore e divertendolo come un matto.

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Silverado. PhotoCredit: Web

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