Silvio Orlando è un attore riservato ma a far parlare di se, sono state spesso le sue molteplici interpretazioni che hanno dimostrato la sua unica capacità attoriale, il suo istrionismo e una professionalità che pochi attori italiani hanno avuto nel corso della loro carriera. Un attore con un passato controverso e piuttosto complesso segnato dalla morte prematura della madre, quando Silvio Orlando aveva solo nove anni. Poi l’inizio di una lunga avventura che ha origine dalla scena teatrale di Napoli e attraversa gli anni ’80 arrivando fino ad oggi con il successo del suo personaggio Il Cardinal Voiello nella serie HBO diretta da Paolo Sorrentino: The Young Pope.
Dal teatro al grande schermo
Silvio Orlando esordisce sul palco del teatro di Napoli a metà anni ’70 collaborando con grandi nomi come Carpentieri e Tauti. La sua carriera cinematografica è però segnata dal fortunato incontro con Gabriele Salvatores. Il regista lo prenderà nella lavorazione di Kamikazen-Ultima Notte a Milano. Dopo l’uscita di questa pellicola, le porte del successo iniziano a spalancarsi e così Silvio Orlando diviene uno dei più stimati attori di successo e talento italiani della sua generazione. Oltre a Gabriele Salvatores, infatti Orlando collaborerà con Nanni Moretti in Palombella Rossa (1989) e poi successivamente nei panni del professor Sandulli per la pellicola diretta da Daniele Luchetti, Il Portaborse, un film che ha anticipato il caso Tangentopoli.
Il Successo
Il successo per Silvio Orlando giunge nel 1995 con l’interpretazione del maestro in La Scuola, diretto anch’esso da Daniele Lucchetti. Oltre a La Scuola, lo ritroviamo in Ferie D’Agosto film diretto da Paolo Virzì. Silvio non si perde mai d’animo e dimostra di essere all’altezza delle diverse parti che gli vengono proposte. Un lavoro decisamente difficile per un uomo che come ha raccontato, è cresciuto con un enorme vuoto, quello legato al suo status quo di orfano.
Si è definito in diverse interviste come un uomo con qualcosa da risolvere dentro di se, tuttavia è sempre riuscito a ritrovare il suo centro di gravità permanente. Le fragilità anzi lo hanno reso eccezionale in ogni interpretazione a cui ha preso parte in tutti questi anni.
Un miglior attore protagonista e non
La carriera di quest’attore si rafforza grazie alla sua interpretazione sia in Nirvana (altra pellicola diretta da Gabriele Salvatores) e poi soprattutto con Aprile, pellicola diretta da Nanni Moretti, nella quale Orlando recita i panni di un cuoco trotzkista.
Per questo ruolo Silvio Orlando riceve il Premio David di Donatello come miglior attore non protagonista. Un anno dopo è la volta de La Stanza del figlio, un dramma familiare che consuma lo spettatore e forse anche l’attore stesso.
Orlando non si ferma e sancisce questo rapporto unico con Moretti, interpretando anche il produttore sfigato di B-Movie, Bruno Bonomo, in Il Caimano. La storia di Bruno, gli fa vincere il David di Donatello come miglior attore protagonista, raccontando attraverso il meta cinema, la vita di Silvio Berlusconi.
Il primo amore non si scorda mai
Il successo di carriera per Silvio Orlando continua e nel 2008 è il padre in Il Papà di Giovanna, pellicola diretta da Pupi Avati.
Orlando vince la Coppa Volpi durante la Mostra del Cinema di Venezia. Nonostante il successo sul grande schermo, l’attore napoletano non ha mai smesso di amare il palco del teatro dove ha ottenuto i primi traguardi artistici insieme ad Angela Finocchiaro e grazie al remake delle farse targate Peppino de Filippo. Nel 2016 è stato impegnato nella trasposizione teatrale Lacci, romanzo scritto da Domenico Starnone che racconta la crisi di una coppia.
“Il teatro è il luogo dove cresci, dove riesci a porti quelle domande essenziali per il tuo lavoro, cosa che al cinema non puoi fare. Il cinema è il luogo delle risposte, non delle domande.”
Dal 2016, Silvio Orlando è impegnato sul set della fortunata serie HBO, The Young Pope diretta da Paolo Sorrentino e celebre anche negli States. Nella serie Orlando è il Cardinal Angelo Voiello. La serie racconta l’elezione a pontefice di Lenny Belardo, uomo con un passato misterioso, tormentato dalla sua “orfanitudine” (sia Sorrentino che Orlando sono accomunati da un passato analogo). Nella serie l’attore di Palombella Rossa recita nello specifico come cardinale segretario di stato della santa Fede, affiancando Jude Law (Lenny Belardo, o meglio Papa Pio XIII) e Diane Keaton (Suor Mary nella serie).
Recitare questo ruolo come ha raccontato in diverse interviste l’attore, non è stato facile, cominciando già dalla pronuncia del suo inglese decisamente maccheronico, una pronuncia che rischiava di provocargli problemi di incomprensione e che ha portato Orlando ad avere ben tre coach di lingua britannica. Silvio non si è mai perso d’animo dimostrando che recitare e il mestiere stesso dell’attore è un eterno campo di sfida verso se stessi e le proprie insicurezze. Il suo personaggio è quello di un uomo misterioso ma allo stesso tempo utile e in grado di portare avanti le questioni irrisolte e complesse. Un personaggio anche divertente ma non simpatico, come ha affermato Silvio Orlando stesso.
Cos’altro aggiungere? speriamo che non si fermi qui, Silvio ha una carriera da onorare!
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Silvia Pompi