Dopo un anno di cessate il fuoco, la battaglia di Daraa potrebbe portare a nuove offensive contro Idlib de facto capitale delle forze ribelli.
La Siria meridionale è un premio strategico per gli attori locali e globali coinvolti nella guerra settennale del paese. Bashar al Assad ha dato inizio all’offensiva contro Daraa, roccaforte dell’opposizione siriana sin dal 2011. Nella regione da un anno si era instaurato un cessate il fuoco tra governo e ribelli. Tuttavia, dal 21 giugno l’artiglieria siriana ha bombardato l’enclave nemica. L’aviazione russa ha contribuito con venticinque raid, ma senza provocare vittime. “Intensi attacchi aerei russi colpiscono le città nella campagna orientale di Daraa per la prima volta da quando il cessate il fuoco è stato concordato nel sud della Siria l’anno scorso”, ha detto il capo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani Rami Abdel Rahman. Gli Stati Uniti a questo proposito si dichiarano neutrali.
L’avanzamento delle forze ribelli
Le Unità kurde (YPG), insieme alle SDF (Forze Democratiche Siriane), sabato 23 giugno sono avanzate dalla città di Dashīshah, in collaborazione con l’esercito iracheno e guidate dalla coalizione internazionale, che a sua volta ha offerto copertura dell’artiglieria al momento in cui l’SDF ha effettuato la traversata. Da alcuni mesi, infatti, i curdi coordinano le loro operazioni con Baghdad e le milizie paramilitari sciite sue alleate.
Entrambe le parti colpevoli di crimini di guerra secondo le Nazioni Unite
Nel frattempo, le Nazioni Unite proseguono nelle loro indagini. “Le forze filo-governative siriane hanno commesso un crimine contro l’umanità e crimini di guerra durante il loro assedio alla regione orientale della Ghouta”. Dal rapporto sembrerebbe che le forze governative hanno inoltre deliberatamente attaccato oggetti protetti come gli ospedali. Le forze ribelli sono invece accusate di crimini di guerra contro i civili nella vicina Damasco. Gli investigatori hanno trovato tracce che indicano l’uso del cloro a Douma.