Nonno Beck ha deciso di tornare sui nostri tavoli con Skull King, il gioco di carte a tema piratesco che metterà alla prova i legami di amicizia più solidi. Grazie a Ghenos Games potremo mettere alla prova la nostra strategia in questo gioco di previsioni e prese. A dimostrazione che pochi ingredienti ben dosati danno vita a creazioni di tutto rispetto.
Cosa si nasconde sottocoperta
Skull King è un gioco che si basa molto più sulla dinamica e sulle deduzioni piuttosto che sul quantitativo di materiale. Questo fa sì che con:
- 56 Carte numerate
- 14 Carte speciali
- 4 Carte espansione
- 1 Blocchetto segnapunti
- Carte riassuntive e carte bianche
Possiamo dare vita a varie modalità di gioco una più competitiva dell’altra. Le carte bianche messe a disposizione possono rimpiazzare carte perse o, come suggerito dal regolamento, fare da base per mostri marini o carte speciali che si vogliano inventare per aggiungere qualche ingrediente esotico al gioco.
Come si diventa lo Skull King?
Una partita a Skull King si svolge normalmente in dieci manches. Dipendentemente dal tempo che abbiamo a disposizione o dalla difficoltà che vogliamo dare al gioco questo numero può variare. Il regolamento stesso ci porta degli esempi. Peschiamo inizialmente un numero di carte corrispondente alla manche in corso (1 alla prima, 2 alla seconda e così via) e dovremo prevedere esattamente quante prese faremo prima di avere la mano vuota.
Le prese si basano su carte di vari semi che dovranno essere, se possibile, corrisposti e sul valore numerico su di esse. Alcune carte speciali comprese quelle delle espansioni aggiungeranno effetti e cambieranno leggermente questo sistema quando giocate. Calcolati i punti per le prese e i punti delle carte speciali si procede di round in round fino alla fine della partita. Il giocatore che al termine avrà accumulato più punti sarà dichiarato vincitore.
L’ennesimo gioco di prese? Non esattamente.
Skull King è un gioco di prese che può sembrare simile a molti altri e in effetti, almeno per quanto riguarda il motore delle prese, qualcosa di visto c’è. Ciò che scombina le carte in tavola è il prevedere a inizio manche il numero di prese. In base cioè alla nostra mano dovremo cercare di strutturare le nostre giocate per rispettare la puntata. Può sembrare un’aggiunta da poco ma cambia radicalmente l’approccio. Questa scelta è azzeccata a da vita a ragionamenti e valutazioni, prima, durante e dopo la manche e questo livello di profondità è accessibile praticamente a tutti. Le poche regole e la grande flessibilità dimostrata nel regolamento fa trasparire come questo party game si adatti anche molto al gruppo che lo gioca, rendendolo perfetto per tutti coloro che vogliono un filler da spiegare in fretta ma che tenga serrata la competizione per la durata della partita. Nel complesso una buona new entry fra i party game per famiglia da poter tirare fuori spesso.