Snowpiercer: tra fumetto, cinema e Netflix | Episodi 1 e 2

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Di Redazione Metropolitan

Snowpiercer Netflix
Snowpiercer approda su Netflix – Jennifer Lynn Connelly interpreta uno dei personaggi chiave all’interno della serie.

Il 25 maggio Snowpiercer è approdato con una trasposizione seriale su Netflix. Il grande colosso dello streaming decide di proporre ai suoi utenti una serie incentrata sulla storia di Snowpiercer, nota graphic novel francese distopico-fantascientifica in tre volumi a cui si ispira il famoso film di Bong Joon-ho.

Snowpiercer su Netflix: trama e storia

La trama di Snowpiercer è incentrata sui passeggeri di un treno extra-lusso diventato unico baluardo dell’umanità in seguito a un disastro climatico causato dall’uomo che ha portato al congelamento di tutta la crosta terrestre. Il treno, lo Snowpiercer per l’appunto, è formato da vari vagoni in cui ogni “pezzo” (umano, animale e vegetale) è in rapporto sinergico con gli altri. La sinergia e l’equilibrio tra i vari elementi è ciò che permette la sopravvivenza di tutti i passeggeri e del personale. Chi fa parte della prima classe è in una posizione agiata e ha standard di vita molto alti. Via via che si percorrono i vagoni del treno fino alla coda invece, si incontrano standard di vita e di esistenza sempre più bassi.

Snowpiercer, la nuova serie Netflix ispirata alla graphic novel di Jean-Marc Rochette, Jacques Lob e Benjamin Legrand.
Snowpiercer, la nuova serie Netflix ispirata alla graphic novel di Jean-Marc Rochette, Jacques Lob e Benjamin Legrand.

A vivere il peggiore degli inferni possibili poi sono gli abitanti della coda, i quali si sono aggiunti al treno all’inizio dell’apocalisse di straforo rispetto ai piani originari. Tra coloro che vivono nelle retrovie la violenza, le malattie e i soprusi da parte delle forze militari “istituzionali” dello Snowpiercer sono all’ordine del giorno. Un terreno fertile per una rivolta che intenda sovvertire l’ordine costituito, dove coloro che appartengono alle prime classi riescono a nutrirsi di caviale, mentre le retrovie si nutrono di sostituti proteici quando non è il cannibalismo a farla da padrone.

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La coda del treno nella serie Snowpiercer di Netflix.

Episodio 1 ed Episodio 2 di Snowpiercer, la nuova serie Netflix distopico-fantascientifica

La serie Snowpiercer sbarca su Netflix mettendo a disposizione degli utenti i primi due episodi della prima stagione. Per di più si sa fin da adesso che è stata rinnovata per una seconda stagione.

Snowpiercer Netflix
Snowpiercer, la nuova serie Netflix.
  • Lo Snowpiercer di Netflix e il politically correct. Lo Snowpiercer del grande colosso dello streaming opta subito per affidarsi a un politically correct, ma lo fa in modo intelligente. Una meravigliosa Jennifer Connelly per esempio ricopre un ruolo di potere, e si scopre fin dal secondo episodio di quanto sia in realtà potente. Dall’altra parte però, come a voler far vedere come sia più semplice accettare l’idea di un uomo al posto di comando, il personaggio dell’attrice si mostra più come affabile ed elegante dipendente le cui mansioni hanno più a che fare con la gestione della clientela e con l’essere accomodante. In aggiunta a questo poi si opta per un uomo di colore come protagonista e leader carismatico, laddove anche la serie di Bong Joon-ho non aveva osato spingersi.
  • Lo Snowpiercer di Netflix e l’aspetto crime della trama. Netflix decide di dotare il suo Snowpiercer di una sotto-trama crime rispetto al motivo principe del film di Bong Joon-ho, che era la rivolta dei bassifondi. In seguito a una serie di misteriosi omicidi nei vagoni di prima classe, il protagonista – ex poliziotto della omicidi – viene prelevato a forza dalla coda del treno per condurre le indagine e trovare l’omicida. Una scelta che potrebbe tenere incollati alla serie anche i neofiti del genere distopico e fantascientifico, e che mira a creare un raggio più ampio di pubblico. Dall’altra parte però la scelta sembra a prima vista un po’ avventata e anche faticosa dal punto di vista della coerenza.
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Snowpiercer su Netflix, il gelo distopico conquista anche il colosso dello streaming.

Lo Snowpiercer di Netflix crea un ambiente più strutturato e razionale rispetto al fumetto e al film di Bong Joon-ho

Gli sceneggiatori hanno sicuramente letto il fumetto, e la scena del suicidio dell’anziano signore è un omaggio fotografico. La serie Netflix è consapevole delle opere precedenti, ma mantiene una sua autonomia.

Snowpiercer Netflix
“Io vedo una roccaforte di disuguaglianza”, il protagonista della serie tv Netflix Snowpiercer.
  • Lo Snowpiercer di Netflix e la sua eliminazione del senso di disperazione. Ci sono delle scene molto forti all’interno già dei primi due episodi della serie. Decisamente non lo si può negare. Però, rispetto al film di Bong Joon-ho e al fumetto da cui la storia è tratta, il clima è meno sofferto o sofferente. Si decide anche di optare più per la versione dell’alimentazione alla “Soylent Green” del film del regista coreano, rispetto alle scelte degli sceneggiatori del fumetto. Si pensa a una coda del treno molto più unita e meno selvaggia rispetto all’immaginario che era alla base del fumetto e di alcune fasi del film di Bong Joon-ho. E anche gli spazi, nonostante si tratti di un treno, risultano più grandi, più ampli. E la popolazione, che nel fumetto è dedita al sesso più come distrazione dalla condizione disperata in un’ottica di dipendenza, si permette di ironizzare anche sulle voci e le impressioni che li vorrebbero vittime di promiscuità sessuale e prostituzione. “Pensavi che facessimo solo sesso, i nostri bisogni sono più alti, noi meditiamo in stile mindfullness”, sembrano dire.
  • Dall’altra parte però lo Snowpiercer di Netflix diventa occasione di sembrare più realistici e meno simbolici. Non c’è l’idea di una locomotiva dalle caratteristiche a metà strada tra essere vivente e biomeccanismo a cui donare tributi. Non c’è l’idea di una oligarchia scelta con accurata minuzia. Lo Snowpiercer era un treno progettato per viaggi extra-lusso che casualmente si è trovato a essere un baluardo per la salvezza dell’umanità. Si parla di biglietti. Il personale parla di essere stato assunto con un contratto. E le persone a bordo non sono state scelte, sono ricchi o poveri disgraziati fortunati. E anche il Wilford, il “capo supremo”, è più realistico e circondato da aiutanti, privato di una qualsiasi forma di ruolo messianico e satanico.
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Uno dei nightclub mostrato in Snowpiercer di Netflix.

Snowpiercer su Netflix: la genesi dell’opera tra il fumetto e il film di Bong Joon-ho

La serie Netflix non è un’opera senza passato. Snowpiercer è un’opera che nasce come fumetto nel 1984, con il primo volume di quella che sarà una trilogia: Transperceneige. Frutto del lavoro alle matite di Jean-Marc Ronchette, accompagnato nel primo volume da Jacques Lob (solo primo volume) e Benjamin Legrand (secondo e terzo volume).

Volume 1 – La morte bianca (Le Transperceneige, in originale), 1984

In questo volume del fumetto affrontiamo il viaggio attraverso i vagoni di Porloff, che dalla coda si fa largo fino al vagone della locomotiva. Attraverso i suoi occhi vediamo il mondo rimasto in seguito alla guerra che ha fatto estinguere ogni forma di vita all’esterno del treno su cui viaggia da anni. Il treno percorre distese di neve e ghiaccio, mentre l’umanità cerca di sopravvivere come meglio può, tra una dipendenza e l’altra per rendere il soggiorno più gradevole nella consapevolezza che nulla tornerà più come prima. Per tutto il viaggio di Porloff poi scopriremo come la locomotiva sia ormai giunta al livello di divino da idolatrare nei discorsi della popolazione. Modi di dire, preghiere e imprecazioni girano tutte intorno alla sacra locomotiva. Un entità la locomotiva che verso la fine cominceremo a vedere sempre di più come una macchina dai tratti e dai bisogni dell’essere vivente.

Volume 2 – Il Geoesploratore (L’Arpenteur, in originale), 1999

La vicenda è ambientata in un treno, il Wintercrack, superaccessoriato e diviso in classi come lo Snowpiercer, unico altro baluardo di sopravvivenza per l’umanità. Seguiamo le vicende di un Geoesploratore, figura che con le dovute protezioni è in grado di uscire fuori dal treno per recuperare vari oggetti di valore. I ricchi spesso utilizzano i Geoesploratori per raccogliere opere d’arte e oggetti di lusso per il loro unico piacere personale. Il Geoesploratore protagonista, Puig Villé, attraverserà tutti i vagoni del treno fino alla testa, aiutato in questo dalla figlia del leader del treno, la quale è un’artista dietro la produzione di viaggi virtuali con cui la popolazione evade dalla sua prigionia per la sopravvivenza. Nel fumetto in questione poi scopriremo un misterioso legame con lo Snowpiercer, un legame dai tratti mistici, misterici e fatalisti.

Volume 3 – La Terra Promessa (La Traversée, in originale), 2000

In questo volume continuiamo a seguire le avventure di Puig Villé, il Geoesploratore incontrato nel secondo volume della serie. Tra rivolte e cambi di potere, il Wintercrack deciderà di tentare un’attraversata oceanica alla ricerca di una Terra Promessa. Il finale è brusco e brutale.

Snowpiercer di Bong Joon-ho, il film con cui tutti stanno paragonando la serie Netflix in modo improprio

Nel 2013 Bong Joon-ho dirige un film ispirato alla graphic novel francese. Tra gli interpreti abbiamo attori del calibro di Tilda Swinton, Chris Evans ed Ed Harris. Il regista coreano dirige un film dal forte impatto simbolico che, in mezzo a violenza e promiscuità, porta con sé un senso di speranza. Bon Joon-ho venne a sapere del fumetto nel 2004 per caso, quando scovò il volume nella sua fumetteria di fiducia. Dopo essere stato affascinato dalla graphic novel, che aveva il tema della sofferenza di classe al centro della storia, il regista decise di proporre il progetto di un film ispirato a questo fumetto. Nel 2005 la casa di produzione di Park Chan-wook, la Moho Films, ottenne i diritti cinematografici sul prodotto e, nonostante Bong Joon-ho volesse realizzarlo addirittura prima del film The Host, il film slittò per ragioni di produzione al 2013.

Il film è estremamente simbolico e, a differenza della trilogia a fumetti primigenia, il regista coreano decide di dare un finale improntato alla speranza. Il film si ispira più al primo dei fumetti della trilogia, ma decide di far diventare il viaggio di un unico personaggio (caratteristica del primo e secondo fumetto della trilogia) un viaggio di un intero gruppo sociale, una rivolta. C’è molta violenza, c’è sangue, c’è senso di rivalsa e disperazione. Un viaggio doloroso che però si conclude con la speranza e con la vita. In preda al simbolismo poi, Bong Joon-ho crea più di un idolo da idolatrare o da abbattere:

  • la locomotiva, che come nei fumetti sembra un’entità viva, una divinità a cui devolvere sacrifici di carne e sangue.
  • Wilford, fantomatico creatore e proprietario dello Snowpiercer, misterioso figuro da amare o odiare.

Terminus, la miniserie a fumetti di due volumi che conclude la trilogia precedente (2015)

Dopo il successo del film, Rochette – questa volta con Olivier Bocquet alla sceneggiatura – disegna un’altra serie a fumetti pensata come conclusione della trilogia, con protagonista i personaggi dell’ultimo volume della serie. La trilogia di fumetti originale finiva in modo brutale e brusco, rendendo la disperazione la nota finale su cui si concludeva una storia claustrofobica dove l’umanità veniva mostrata nelle sue nefandezze e nelle sue prese di coscienza. In seguito al film di Bong Joon-ho, che aveva invece donato alla serie una nota speranzosa alla fine, Terminus viene pensata per dare un finale simile alla trilogia di Snowpiercer. Il messaggio, a distanza di 15 anni, cambia e si allinea al successo cinematografico coreano, stravolgendo anche la trilogia originale che, proprio con quel finale, aveva un significato diverso. Qui poi ritroviamo fortemente il simbolo del topo, che appare di striscio anche nella serie tv Netflix, almeno nel primo episodio per ora.

La trilogia prequel di Snowpiercer (2019 – in corso)

Nel 2019, esce con Jean-Marc Rochette alle matite e Matz alla sceneggiatura, il primo numero di una trilogia prequel. Anch’essa edita in Italia da Editoriale Cosmo, come tutte le altre traduzioni italiane. Il primo numero, Estinzione, racconta le fasi precedenti agli avvenimenti della trilogia iniziata negli anni ’80. Probabilmente non è un caso che questo prodotto sia uscito in concomitanza dell’annuncio da parte di Netflix di produrre una serie ispirata alle vicende dello Snowpiercer.

di Eleonora D’Agostino

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