Dal 3 al 9 Luglio si è svolto il Sole Luna Doc Film Festival, all’interno degli spazi della galleria di arte moderna di Palermo (GAM), al centro della luminosa piazza di Sant’Anna. I due direttori artistici Chiara Andrich e Andrea Mura hanno sottolineato l’unicità di questa piccola realtà cinematografica. Un’esperienza festivaliera diversa da tutte le altre. È un festival dedicato al cinema documentaristico, con un’attenzione particolare riservata alle tematiche legate ai diritti umani, all’ambiente e alle produzioni indipendenti di registi emergenti.
Il programma ufficiale prevedeva 19 documentari, di cui 11 in anteprima nazionale, provenienti da tutto il mondo, 8 i lungometraggi e 11 i cortometraggi. Fuori concorso è stato programmato un focus su Iran e Afghanistan in una selezione curata da Italo Spinelli, fondatore del festival Asiatica di Roma, in apertura ha proposto la premiere mondiale di “Talking with rivers” di Mohsen Makhmalbaf. Afganistan e Iran dopo essersi separati, condividono le loro storie, dall’era dell’invasione sovietica alla Guerra civile e all’era Talebana, fino ad arrivare all’ascesa e alla caduta dell’America e al ritorno dei Talebani.
Al documentario italiano il festival ha riservato la sezione “Sguardi Doc Italia”, in cui è stato inserito il vincitore del David di Donatello 2023 nella categoria documentario, “Il cerchio” di Sophie Chiarello. La regista ha deciso di seguire per cinque anni, con la sua telecamera, gli alunni di una classe elementare di Roma. Da segnalare nel programma anche l’anteprima del film vincitore dell’orso d’oro al festival di Berlino “Sur l’adamant” di Nicolas Philibert. L’Adamant del titolo è un centro di assistenza galleggiante sulla Senna che accoglie adulti affetti da disturbi mentali. Il festival ha organizzato anche quest’anno workshop in collaborazione con i festival italiani più importanti (Festival dei popoli, Bellaria Film Festival).
Le giurie internazionali e i vincitori del Sole Luna Doc Film Festival
La giuria internazionale era composta dal giornalista, critico e organizzatore culturale Giorgio Gosetti, le registe Firouzeh Khosrovani e Céline Loiseau, il poeta e critico Juan Carlos Reche, la direttrice dell’American Academy di Roma, Aliza Wong. Molto importante è stato il contributo di una giuria di studenti liceali che hanno avuto modo di confrontarsi con il genere del documentario e infine la giuria Nuovi Italiani, composta da cinque giovani con una storia di migrazione alle spalle.
Il film “Adieu Sauvage”, opera prima di Sergio Guataquira Sarmiento, ha ricevuto il premio per il Miglior lungometraggio. Il giovane regista, discendente di una comunità indigena colombiana quasi estinta, si è avvicinato alla tribù dei Cacua per parlare dei loro sentimenti. Il premio per il miglior cortometraggio è andato a “The silence of the Banana Trees” di Eneos Carka. Un viaggio intimo e surreale nella solitudine di un padre, perso tra oggetti intrisi di memoria.
“N’en parlons plus” di Vittorio Moroni e Cécile Khindria si è aggiudicato la miglior regia. “Dear Odesa” di Kyrylo Naumko ha ricevuto una menzione speciale per il miglior montaggio. “Kenya” di Gisela Delgadillo, ha vinto per la miglior fotografia ed è stato scelto come milgior lungometraggio dalla giuria studenti. La protagonista, Kenya è una donna trans che lavora come escort. Inizia un percorso alla ricerca di giustizia. L’evocativo “Stories from the Sea” di Jola Wieczorek ha ricevuto il premio Soundrivemotion, di Joe Schievano, per il miglior sound design. Il film brasiliano “Vento na fronteira” di Laura Faerman ha ricevuto il premio “Sole Luna un Ponte tra le culture”, conferito dalla presidentessa del festival Lucia Gotti Venturato.
Premiato dalla giuria Nuovi Italiani è stato il sorprendente cortometraggio “The silent protest: 1929 Jerusalem” di Mahasen Nasser-Eldin sul primo movimento femminista a Gerusalemme.
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Eleonora Ceccarelli