Oggi, lunedì 13 Marzo, la sottosegretaria al ministero dell’Istruzione Paola Frassinetti, di Fratelli d’Italia, si è recata all’istituto tecnico Molinari di Milano per la commemorazione di Sergio Ramelli, lo studente membro del Fronte della Gioventù morto il 29 aprile 1975 a seguito dell’agguato compiuto dall’organizzazione comunista Avanguardia Operaia.
La presenza della sottosegretaria all’Istituto Molinari è stata pesantemente contestata dai gruppi antifascisti e dai sindacati Usb e Cobas. I manifestanti della rete Milano antifascista antirazzista meticcia e sociale hanno organizzato un presidio davanti la scuola la loro contrarietà alla presenza “strumentale” della sottosegretaria.
L’attentato a Sergio Ramelli
Dopo essere stato brutalmente aggredito e malmenato con una chiave inglese, lo studente fu trasportato d’urgenza in ospedale, dove morì dopo oltre un mese di agonia.
Il tutto si svolse durante gli Anni di Piombo, tra gli anni ’60 e ’80: un periodo costellato da un fanatismo politico estremo che portò a numerose violenze di piazza, lotta armata e terrorismo, sia di destra che di sinistra.
Fortunatamente, la giustizia fece il suo dovere e, tra il 1987 e il 1990, i responsabili dell’omicidio furono identificati, processati e condannati per omicidio volontario.
Le reazioni
Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti si è espresso in merito alla questione, definendo la protesta come “surreale”.
Della stessa idea è Davide Bonetti, preside dell’Istituto Molinari, il quale ha difeso la commemorazione, spiegando che “fare memoria” di quanto è successo a Sergio Ramelli “significa (…) rinnovare un fermo no alla violenza in genere, e in particolare a quella di natura politica“, rafforzando “il valore del dialogo e del confronto rispettoso”.
Riccardo Angiolari
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