Continua l’episodio di moria di migliaia di pesci e crostacei in corso dall’inizio della settimana scorsa nella laguna salata del Mar Menor, situata nel sud-est della Spagna: si tratta di un’emergenza ecologica che ha provocato massima allerta tra esperti e attivisti ambientalisti. Secondo gli ultimi dati forniti dalle autorità locali e riportati dai media iberici, sono già state raccolte almeno 4,5 tonnellate di pesci e altri organismi morti, una cifra superiore rispetto a quella del 2019, quando si verificò un altro grave episodio di moria di pesci (allora vennero raccolte 3 tonnellate).

«Senza dubbio la mortalità è significativamente superiore a quella di allora», ha affermato alla radio Cadena Ser Pedro García, portavoce dell’Associazione dei Naturalisti del Sud-est. Le cause del fenomeno osservato sono in fase di studio: si teme che, come nel caso della moria del 2019, si stia trattando di un fenomeno di anossia (mancanza di ossigeno) e non si esclude la presenza di sostanza nocive per i pesci nell’acqua. Da anni gruppi ambientalisti attivi nella zona denunciano come le acque del Mar Menor siano soggette ad episodi di inquinamento provocati dalle attività agricole intensive delle aree circostanti la laguna. Esperti dell’Istituto Spagnolo di Oceanografia stanno analizzando quanto sta accadendo. Persone in vacanza nella zona colpita, riporta la Cadena Ser, si stanno offrendo come volontarie per cercare di salvare i pochi pesci ancora in vita rimasti agonizzanti in riva portandoli in zone con acqua pulita.

Le cause del fenomeno sono ancora in fase di studio, ma si teme che, come nel caso del 2019, si tratti anossia (mancanza di ossigeno) e non si esclude la presenza di sostanza nocive per i pesci nell’acqua.
Da anni gli ambientalisti denunciano che le acque del Mar Menor sono soggette ad episodi di inquinamento provocati dalle attività agricole intensive delle aree circostanti la laguna.