Speciale Calciomercato – Siamo sicuri che il lavoro paghi sempre?

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Il calciomercato di gennaio ed in particolare, come da tradizione, l’ultima settimana hanno visto tanti nomi e diverse suggestioni accostarsi alle squadre di Serie A non fornendo però, alla fine, le grosse novità sperate dai tifosi del massimo campionato italiano. Ma analizziamo ciò che è accaduto in questa sessione…

Non che ci si aspettassero stravolgimenti degni di un calciomercato da fantacalcio ma, viste le difficoltà di molte compagini nel produrre gioco con gli attuali elementi di riserva, si pronosticava quantomeno un rimpolpo di rose come quelle di Inter, Napoli e Roma in seguito al carico di lavoro affidato ai vari dirigenti.

Matteo Politano, principale indiziato del calciomercato partenopeo

Deulofeu, conteso dalle suddette società, è partito per Londra direzione Watford. Younes è sfumato alla visite mediche, ma il suo arrivo dovrebbe essere previsto per giugno. L’operazione cui il ds partenopeo Giuntoli è andato più vicino è quella che il Corriere dello Sport ha simpaticamente denominato PolitaNO: l’esterno di scuola giallorossa, infatti, è rimasto in neroverde per una questione di minuti. Nonostante sembrasse non bastare l’offerta di 20 milioni da parte di De Laurentiis, il Sassuolo avrebbe accennato alle 22:45 di mercoledì il sì in seguito all’eventuale inserimento nell’operazione di Farias del Cagliari e di Ounas. Un quarto d’ora non è bastato a mettere d’accordo le parti di questo clamoroso triangolo.

Destino simile ha, invece, legato Roma e Inter. I giallorossi, alle prese con la progettazione del nuovo stadio sul quale la società capitolina investirà 800 milioni, hanno dovuto fare i conti con il bilancio. In sede di calciomercato, pertanto, Monchi ha ceduto Emerson Palmieri al Chelsea per 20 milioni più 9 di bonus ottenendo una plusvalenza di 18,3 milioni di euro; un’operazione salva-bilancio di cui il direttore sportivo spagnolo si è detto fiero: 

“Abbiamo venduto al Chelsea per tanti soldi un giocatore che aveva fatto una sola partita, credo che possa valere come esempio.”

Lo stesso Monchi durante la presentazione di Jonathan Silva, terzino sinistro acquistato dallo Sporting Lisbona con le qualità tecniche adatte al gioco di Eusebio Di Francesco, ha spiegato come fosse necessario agire in maniera cauta nel calciomercato di gennaio e come, per il bilancio, fosse stato ritenuto necessario cedere Moreno, Castan e rifiutare Blind.

Monchi

L’Inter, invece, non è riuscita a garantire il centrocampista duttile tanto ambito da Luciano Spalletti. Sia Ramires che Pastore, infatti, hanno più volte mostrato la volontà di volersi trasferire presso la società meneghina, ma l’accordo non è mai stato raggiungibile con Jiangsu e PSG causa fair play finanziario: l’operazione del prestito oneroso con diritto di riscatto, dettaglio condizionato anche dalle regolamentazioni del governo cinese sugli investimenti in uscita, non hanno convinto le ricche proprietà estere. 

I super colpi del calciomercato invernale all’estero

Riavvolgiamo, dunque, il nastro. Si è parlato di un calciomercato spoglio dove, come magari era giusto che fosse, solo le piccole si sono mosse nonostante il grande lavoro delle big. Dati del genere presi così, infatti, farebbero pensare alla programmazione e all’oculatezza delle dirigenze nostrane. Del resto le uniche società a non aver avuto voce in capitolo nel calciomercato di gennaio sono Milan e Juventus che, guarda caso, hanno investito grandi capitali in estate per una panchina lunga. Dati del genere presi così, però, nascondono una verità molto più preoccupante: la Serie A è sempre più povera! Nel confronto tra i cinque maggiori campionati europei, il calciomercato invernale ci vede ultimi nel totale delle spese per i trasferimenti; addirittura sotto anche Ligue 1 e Bundesliga. La Premier League (480 milioni spesi) ha liquidità inarrivabili anche per la Liga (277 milioni). In Germania e in Francia sono stati spesi, invece, rispettivamente 75,5 e 57 milioni. E’ vero, la Lazio dovrebbe dare il buon esempio su come sia possibile giocare bene e ambire ad alti traguardi anche con acquisti di basso profilo e con l’inserimento in prima squadra di elementi provenienti dal vivaio; ma i 29,5 milioni spesi dalle squadre italiane nell’ultima finestra di calciomercato dovrebbero far meditare…

Nicola Gigante