Speciale Halloween e Videogames: Anche i gamers hanno il loro halloween! Da sempre il media videoludico è andato a braccetto con il tema dell’horror. Per questo halloween io e il mio collega Cristian abbiamo deciso di parlare di quello che è stato e quello che è (o sarà) il mondo del videogames horror e di come è evoluto…O involuto! Due pareri all’insegna del tema horror nei videogiochi!
Ci sono videogiochi che hanno segnato la mia vita. Ancora oggi porto con me quei traumi (si, sono traumi a tutti gli effetti!) eppure i tempi corrono, la tecnologia evolve e anche noi cresciamo! Il media videoludico horror è sempre stato molto affascinante per me. Eppure con il tempo, tutto questo (a mio parere) si è involuto!
Ricordando le notti insonni per colpa di pixel non troppo definiti, ma che d’impatto hanno segnato molto la mia psiche! Eppure oggi a mio parere quel media funziona meno! La grafica dovrebbe aiutare, ma la narrativa sembra essere stata messa da parte per dare spazio ad espedienti più basici e d’effetto, senza sortire l’effetto da me cercato.
Vero anche che sono cresciuto, ma nulla mi toglie dalla testa racconti, o narrazioni, di grandi classici del genere horror; videogames che hanno segnato la storia videoludica e di conseguenza la mia. Ancora oggi vengono prodotti videgames a tema horror, ma per me (aiutatemi a capire) non hanno più lo stesso effetto.
Il mio cervello si rifiuta di comprendere i vari jumpscare o altri piccoli trucchetti usati per mettere suggestione al giocatore odierno: sono rimasto ancorato al vecchio, a quello che mi ha tormentato ancora oggi è rimasto nella testa!
Speciale Halloween e Videogames: I miei ricordi!
Citando il mio primo vero terrore videoludico: SplatterHouse.
Titolo strepitoso uscito nel 1988 (da me recuperato nel 94 in versione arcade) era di per sè uno dei prodotti più gore presenti nel panorama videoludico degli anni 90!
Ancora oggi mi chiedo cosa abbia scaturito in me quel titolo: andavo in sala giochi, rimanevo fino a chiusura, da solo…per giocare a quel benedetto gioco! Come se dovessi autopunirmi!
Ero molto piccolo, eppure avevo appreso la storia che quel titolo voleva raccontare… la storia di due ragazzi (Rick e Jennifer) amanti della parapsicologia, alla ricerca di uno studioso scomparso: Il dottor West. Nella ricerca (nel totale buio in una casa abbandonata) Jennifer viene rapita, e Rick sviene. Si risveglierà con la “terror Mask” a sostituire il suo viso.
Quella maschera azteca (oggetto di ricerca del dottor West) nasconde però un potere maligno. Rick si lascia così impossessare dalla maschera e affidare la sua vita a quei poteri per salvare la sua amica!
Ora, guardando le immagini potreste dire cosa c’era di così disturbante in quel blocco di pixel, con suoni distorti e neanche troppo dettagliati. La tecnologia permetteva quello. Ma la storia… la storia mi rapiva. Volevo capire fin dove si poteva spingere Rick con quella maschera. Di cosa si macchiava, mano a mano che il gioco avanzava e di come la maschera prendeva sempre più possesso di lui!
Un cammino che facevo con fatica, che volevo capire e che mi disturbava allo stesso tempo. Ma dovevo finirlo!
Rimasto nella mia mente, ancora oggi mi chiedo se sarei mai stato disposto a vivere una situazione del genere nella vita reale, se tutto quello che facevo nel gioco sarebbe stato alla mia portata. Ero piccolo e quei temi probabilmente non li avrei neanche dovuti affrontare!
Quel terribile viaggio angosciante chiamato Silent Hill
E arrivò il giorno. La grafica fece un bel passo avanti, e giocai a tanti titoli (per citarne alcuni: Resident Evil, Nightmare Creatures, Alone in the dark, Eternal Darkness e il mai troppo ricordato Galerians) dove finalmente venivano messe alla prova le mie paure. Oltre ad essere grandi classici del panorama, quei titoli erano fatti con tanta cura nel dettaglio, dalla trama alle soluzioni visive. Qualcosa stava cambiando! E volevo di più!
Poi arrivò lui: Silent Hill. Ancora oggi quella storia, quel mondo, me li porto dietro. Nei meandri della mia mente c’è, è presente e non si toglierà MAI! Il picco massimo della paura provata (almeno nella mia vita videoludica)!
Il gioco lo conosciamo tutti: nei panni di Harry Mason, dobbiamo ricercare la nostra figlia adottiva, scomparsa dopo un mancato incidente in macchina con una figura femminile apparsa sulla strada misteriosamente. Inizia così il nostro viaggio alla ricerca della bambina nella sperduta, isolata e (apparentemente) vuota Silent Hill!
Un viaggio che Konami confezionò nel 2009 e uscito nel mercato europeo nel 2011. Questo capolavoro (nonostante datato graficamente) ancora oggi porta crisi a chiunque voglia giocarlo. Per chi non l’avesse giocato, ve lo consiglio: Fatelo! Dalla colonna sonora imperdibile all’incredibile e continua angoscia della situazione che si vive nel titolo! creature grottesche e tanta trama! da accapponare la pelle!
Quell’emozione di terrore provato però, non l’ho più ritrovato. Ho tentato ogni gioco possibile dopo quello, eppure ancora oggi cerco quel tipo di emozioni. Nulla da fare!
Ecco quindi arrivato al succo del discorso!
Sarà che sono cresciuto, sarà che sono meno suscettibile, ma sembra che la ricerca di idee o di rivoluzione nel mondo videoludico riguardante l’horror si stia perdendo. Il media evolve (in meglio graficamente parlando) ma le idee sembrano finite. Nessuna soluzione che possa tenere testa a questi grandi titoli sopra citati… Ma rimane un mio parere.
Ecco perchè lascio la parola a Cristian, sperando che possa salvarmi dalla mia idea e di trovare quelle emozioni rimaste bloccate da troppo tempo.
Speciale Halloween e Videogames: Media in evoluzione!
Ah, il cinema. Il cinema e i videogiochi, sopratutto. Si, perché i due media sono perfettamente intercambiabili quando si parla di paura, e negli ultimi anni sono cresciuti a braccetto, nel bene e nel male. Importanti saghe videoludiche sono diventate dei film, e molti importanti film si sono lasciati ispirare da saghe videoludiche. E, come ha detto giustamente il buon Simone, ahimè il jumpscare la sta facendo da padrone.
È infatti molto più facile far saltare il videogiocatore dalla sedia che costruire una trama affascinante e spaventosa. Il miglior horror, secondo me, è quello che ti lascia inquietudine e angoscia dopo aver spento la televisione. Quello che terrorizza se si è rimasti soli in casa o se salta all’improvviso la corrente, facendoci chiedere se siamo davvero soli. E molti videogiochi, negli ultimi anni, si stanno adeguando su questa banale strada. Si, ma davvero proprio tutti?
Partiamo da quelli che alla TV fanno maggiore riferimento. Until Down, Man of Medan, Little Hope, Heavy Rain, sono costruiti seguendo una struttura da serie televisiva. E da questa ne traggono molti vantaggi. Inquadrature cinematografiche, dialoghi maggiormente corposi e scenografici, trame con molti colpi di scena.
E poi, la rigiocabilità. Si, sebbene anche i titoli del passato avessero diversi finali, oggi, anche la sola possibilità di avere diversi protagonisti con linee di dialogo costruite esclusivamente su di loro, aumenta considerevolmente la longevità, anche solo per la voglia di scoprire la storia da diverse angolazioni.
Ci sono poi quei titoli che continuano ad ispirarsi al passato. Tralasciando i numerosi remake, con quel meraviglioso Resident Evil 2 in testa, molti titoli continuano a seguire un filone narrativo iniziato proprio tanti anni fa e che continua ancora a divertire. Sarà anche per il fattore nostalgia, ma se questi giochi riescono a continuare a vendere, è anche perché hanno saputo rinnovare se stessi, adattandosi alle diverse esigenze che un pubblico più giovane chiede, e strizzando l’occhio a quella struttura che i giocatori più navigati invece hanno imparato ad amare nel corso delle generazioni. Ne nomino due su tutti, The Evil Within e Daymare 1998, ma ce ne sono molti altri.
Speciale Halloween e Videogames: C’è ancora qualcosa di buono!
E poi, ci sono quelle piccole perle, invece, nate dal nulla ma che hanno saputo imparare dalla tradizione e darle un’impronta personale davvero toccante. Pensiamo a Remothered, saga sviluppata dagli italiani di Stormind Games. Un survival horror Hide & Seek, sequel spirituale della saga nipponica di Clock Tower e del suo spin-off Hounting Groung. Un titolo che prende spunto dalle origini del videogioco horror, quindi, ma anche e soprattutto dal cinema, rifacendosi ai grandi Polanski, Hitchcock e Lynch, finendo per essere lodato dallo stesso Keiichiro Toyama, padre di Silent Hill e dell’apprezzato Forbidden Siren.
Tutti jumpscare e poca sostanza quindi? La risposta è No. Di trame articolate e puramente horror, se si sa cercare bene, ce ne sono. Ne ho nominati solo alcuni, ma la lista potrebbe essere più lunga. Purtroppo si, nel mare degli early access di Steam, di giochi costituiti da lunghi corridoi vuoti fatti di nemici che spuntano all’improvviso, facendoci trasalire urlando nelle nostre cuffie, ce ne sono a bizzeffe.
Ma di horror veri e puri, ce ne sono ancora. Ed il cinema per me, ne ha plasmato l’evoluzione. Ma, ed è bene ricordarlo, i padri del genere, per chi li ha giocati all’epoca, rimarranno sempre nel cuore, anche e sopratutto per la loro bravura nel terrorizzarci con quattro semplici pixel.
La verità è nel mezzo
Speciale Halloween e Videogames!
Eccoci quindi alla conclusione.
A dire la verità, vi consigliamo vivamente di cercare ciò che in voi può scaturire emozioni, disagi e ricercare la vostra personale perla rara! Magari non basandovi su questi parametri, ma su quello che più si avvicina alle vostre esigenze. Se invece non siete amanti del genere, non importa. Conoscendo la natura umana però, si va sempre alla ricerca di qualcosa di oscuro o malsano. Perchè attrae tutti l’horror!
Godetevi quindi questo halloween con il titolo che preferite… Magari da soli, al chiuso… luce spenta e cuffie alle orecchie… sempre con un occhio alla porta dietro di voi!
Diteci la vostra: preferite l’horror old school o l’horror moderno?
Buon Halloween a tutti dalla redazione di Infonerd!
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