
Eravamo tutti in attesa del nuovo singolo di Speranza, alias Ugo Scicolone, il rapper più real della scena casertana. Proprio dall’interno della Reggia di Caserta, dimora borbonica e di costruzione vanvitelliana, nella home Instagram di Speranza compare una sua foto che annuncia l’uscita di “Iris“.
“Iris” è il nuovo brano di Speranza
Il brano è stato scritto da Speranza e prodotto dal producer Simoo, ovvero Simone Cappuccio, originario anche lui di Caserta. “Iris” è un pezzo molto meno hardcore rispetto alle uscite e produzioni precedenti. Il testo è sempre un miscuglio di lingue, tra cui il francese (lingua madre dell’artista), italiano e dialetto napoletano. Si differenzia dal repertorio classico di Speranza proprio per il suo sound diverso, impreziosito dalle sequenze di violini protagoniste per la durata di tutto il singolo.
Continua la sua striscia positiva nel rap italiano per il rapper casertano Speranza. Le sue canzoni e il suo stile è tra i più ricercati, vuoi per il carattere e la passione che dedica alle sue produzioni, vuoi anche per la sua caparbietà e la sua sfrontatezza dei suoi atteggiamenti: sempre più veri, “real” e trasparenti. Senza inutili ghirigori stilistici ed estetici.
Guarda il video:
Speranza è un uragano impazzito, il fuoco che brucia nel ventre dei rioni di Caserta. La rivincita e la riscossa degli ultimi, usando un linguaggio tutt’altro che diretto agli abitanti di tutta la penisola italiana, ma nonostante questo è lanciato a prendersi prepotentemente, traccia dopo traccia, il suo meritato spazio nella scena. “Iris” è l’ennesimo gioiello della sua collezione personale.
Leggi il testo:
Salam-Aleikum
Alla mia mia zona tu sappi che
Rinchiudo delle cose apertamente dentro te
Un no, senza nemmeno un perché
Uè uè, fidati di me Ho dovuto fare per tre
Forse per amore io non berrei mai primi giorni
Regina del mio cuore Puttana dei miei sogni
Fanculo i soldi
Ti ammazzo gratis se mi sei amica
Ti ho fatto vedere tanto bene e ne sei ancora cieca
E allora io accarezz o grillett
Colp a forma e russett
E fulmini ca ti faranno mia, mo o sent
Ma te parl e nte sent
Parole ndo vient
Mi illudi in un amore, senza amore comm’è?
Nei miei testi resti l’essenziale
Nei miei scritti un iniziale
Vedi
Stiamo bene insieme perché stiamo male
Sei una forza ma fatale
Tu sorridi come quando fumo nell’androne
Il mio rancore porta un nome:
IRIS IRIS IRIS
Ne romperò vetrine per farti regali
Ti scipperò la borsa da uomo elegante
Vestiti firmati, fossa dei leoni
Formeremo un clan insieme, io e il mio branco
Il denaro sarà schiavo e mai maestro
Brucerò ogni macchina, è il gesto che conta
Ci trasferiremo ne stato di ebbrezza
A nozze la bellezza di una rom
Saranno i figli che ti crescerai
Non so che ne uscirà
Li caccio fuori e un vuoto lasceranno
Non so se ho esagerato
Fai il caffè ai carabinieri, prego
Lei che mi ha messo ai domiciliari
Profumo micidiale, chiuso in un cannone
Conto gli anni insieme scontando le ore, ore
Nel milione trovo il meglio e mai il migliore
Mentre fumo ancora nell’androne il mio rancore porta un nome:
IRIS IRIS IRIS
Ogni riferimento a cosa ho perso ne purament fatt appost
Da una strada per la strada, l’ultimo a morire
O con me o senza me
Non parlo d’amore, parlo di rancore
Il sentimento molto più sincero, più profondo
Non sarai d’accordo
Mentre pensi a conquistare lei, penso a conquistare il mondo (il mondo, il mondo)
Articolo a cura di Gianrenzo Orbassano
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