Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. 3 anni fa se ne andava il grande fumettista Stan Lee . Per questo abbiamo dedicato il racconto di oggi ad uno dei suoi più famosi supereroi come Spiderman. Ci siamo inoltre ispirati alla famosa canzone degli 883 intitolata “Hanno ucciso l’uomo ragno”
“Credo che anche solo una persona possa fare la differenza”. Questo pensava ricordando le sue parole del suo mentore Stan Lee. Max Rapetti credeva questa volta di aver fatto davvero la differenza ed essere diventato un supereroe come sempre sognava. Non era più quel ragazzino nerd con la maschera dell’uomo ragno su cui tutti ironizzavano chiamandolo Spiderman. Dal basso del letto di ospedale dove era finito sentiva di aver fatto qualcosa di eccezionale, qualcosa da eroe. Ecco perchè dietro al respiratore inconsciamente sorrideva convinto delle sue azioni.
Sognando Spiderman
Max Rapetti si ricordò di quando tutto era cominciato con la collezione di fumetti di Spiderman del padre. Era morto quando era piccolo e quella collezione era tutto ciò che gli rimaneva. Anzi l’uomo ragno era stato una sorta di padre alternativo per lui che non si era mai riconosciuto del tutto figlio di nessuno degli uomini che la madre si era portata casa nel corso degli anni. Il mondo di Stan Lee era il suo rifugio, il suo sogno ad occhi aperti per sfuggire ai dolori dalla vita. Ecco perchè aveva deciso che sarebbe diventato supereroe ma nessuno credeva che avesse veramente super poteri.
Max aveva deciso perfino di comportarsi come il suo eroe preferito. Per questo si era trovato un lavoro come fotografo presso una redazione. Anzi aveva grottescamente provato a farsi anche alcune foto con un suo personale costume da Spiderman per affermare che il vero uomo ragno fosse giunto in città. Ne ottenne solo rimproveri e risate che però non minarono affatto il suo sogno. Forse per essere supereroi, pensò Max, contano più le azioni che i superpoteri e costumi. Ecco perchè iniziò con il guardarsi attorno alla ricerca di un’azione eroica da compiere.
La rapina
L’occasione giusta gli si presentò inaspettatamente in una mattina piovosa e grigia. Max si stava recando in banca per sbrigare alcune commissioni. Proprio mentre era dentro fece irruzione un rapinatore che iniziò a minacciare tutti con una pistola. Max indossò la maschera dell’uomo ragno per farsi coraggio e si avventò addosso al bandito cogliendolo di sorpresa. Nella colluttazione partirono due spari. Il primo ferì gravemente Max e il secondo uccise il rapinatore. “Ora ci credete che sono l’uomo ragno?”, disse Max mentre alcuni minuti dopo lo portavano via velocemente in ambulanza.
Max sorrideva cercando di non pensare al dolore per la ferita. Quello che contava nella sua mente e che era diventato finalmente un supereroe sconfiggendo il crimine. S’immaginava quante persone avrebbero voluto conoscerlo all’uscita dell’ospedale e di come avrebbe continuato a combattere la criminalità in città. Di certo ora lo avrebbe fatto senza più paura di essere deriso ma con la convinzione di essere l’unico vero Spiderman. “Ora ci credete?”, si chiese soddisfatto.
Epilogo
“Ora ci credete”, si disse deciso mentre era nel suo letto di ospedale. Tutto intorno a lui rumori di gente telecamere e flash. Max si immaginò i titoli del suo giornale. Si ricordò perfino di una vecchia canzone immaginandosi la paura della gente alla notizia del presunto omicidio del supereroe. “Hanno ucciso l’uomo ragno”, pensò Max, “ma lui ritornerà perchè la giustizia non muore mai”. Sorrise godendosi un’ultima volta la sua fama. Una lacrima gli tagliò il viso mentre si ritrovò a volteggiare tra i grattacieli in attesa della sua prossima battaglia.
Stefano Delle Cave