Superato il Friburgo agli ottavi, la Juventus per coltivare il proprio obiettivo Europa League deve superare un altro scoglio importante, quello dello Sporting Lisbona (andata a Torino 13 aprile, ritorno il 20 in Portogallo). L’urna di Nyon non è stata clemente con i bianconeri e li ha messi di fronte ad una squadra ambiziosa e ricca di talento, che dopo aver eliminato l’Arsenal, la favorita alla vittoria finale, si iscrive di diritto fra le candidate a sollevare il trofeo sotto il cielo di Budapest.
Sporting Lisbona, il percorso in Europa
Il percorso che ha portato i lusitani ai quarti di finale di EL è il medesimo della Juve. I ragazzi di Amorim, infatti, sono partiti dai gironi di Champions, dove erano stati inseriti nel Gruppo D assieme a Tottenham, Marsiglia ed Eintracht Francoforte. E l’avventura europea dei lusitani era anche partita nel migliore dei modi grazie ai successi da sogno in casa dei tedeschi (0-3) e contro gli inglesi (2-0). Nelle successive uscite, però, qualcosa è sembrato essersi rotto e Trincão e compagni hanno collezionato 3 sconfitte – due contro il Marsiglia (4-1 in Francia, 0-2 a Lisbona) e una in casa contro l’Eintracht (1-2) – pareggiando solo contro il Tottenham 1-1. I 7 punti accumulati hanno quindi permesso allo Sporting Lisbona di acciuffare il terzo posto nel girone a +1 sull’OM, accedendo così ai playoff di Europa League.
Qui i verdebianchi hanno avuto vita facile davanti ai danesi del Midtjylland – liquidati con il 4-0 al ritorno dopo l’1-1 dell’andata –, ma è stato agli ottavi che hanno offerto le due migliori prestazioni stagionali. Il sorteggio li ha infatti posti al cospetto della capolista della Premier League e candidata principale alla vittoria finale, l’Arsenal di Arteta. Sia all’Alvelade che all’Emirates il tiki taka dei Gunners non ha sortito gli effetti sperati e lo Sporting ha dato prova di carattere ed efficacia, bloccando gli inglesi sul 2-2 nella capitale portoghese e sull’1-1 in quella inglese. Tutto si è quindi deciso ai calci di rigore, dove la parata di Adan su Martinelli ha dato a Nuno Santos la chance, ben sfruttata, di strappare il pass per i quarti.
Sporting Lisbona, il percorso in Primeira Liga
Ma se in Europa lo Sporting fa sognare ai propri tifosi il secondo trofeo internazionale dopo la Coppa delle Coppe vinta nel lontano ‘63/‘64, in patria la stagione dei Leões non è certo fra le migliori. Battuti in finale di Coppa di Lega dal Porto con un secco 2-0 ed eliminati clamorosamente dalla Taca de Portugal per mano del Varzim, squadra della terza serie portoghese, gli uomini di Amorim hanno lasciato per strada diversi punti anche in campionato, abbandonando rapidamente l’idea del titolo.
Al momento lo Sporting Lisbona occupa la quarta piazza, che in Primeira Liga significa Conference League, a -6 dal Braga e a distanza siderale dalla capolista Benfica, a +18. Fin qui, pochi alti (5-0 sul Braga, 3-0 sul Vitoria) e tanti bassi, come le due sconfitte negli scontri diretti contro il Porto (3-0 al Do Dragão, 2-1 in casa) o quelle a sorpresa contro Maritimo e Arouca, anche se nell’ultimo mese sono arrivate solo vittorie, alcune convincenti come quella sul Boavista di due domeniche fa (3-0).
Juve, occhio alla qualità del reparto avanzato dei portoghesi
Juve e Sporting si sono già incontrate in Europa in due occasioni, entrambe nella fase a gironi della Champions League 2016/2017: a Torino vinsero i bianconeri grazie a Pjanić e Mandžukić, mentre a Lisbona finì 1-1 con Higuain marcatore. Tanto è cambiato da allora, con la Juve che non è più la dominatrice del nostro campionato e i portoghesi che hanno rivoluzionato rosa e stile di gioco.
Dall’arrivo di Amorim sulla panchina verdebianca, infatti, il 3-4-3 è diventato l’unico modulo utilizzato, con pochissime variazioni. Ad interpretare i dettami del tecnico lusitano sono calciatori di grande qualità, soprattutto sulle fasce, come da tradizione (è nello Sporting che sono nati Figo e CR7). E quindi, attenzione a destra a Trincão, ala in prestito dal Barcellona e autore in stagione di 8 reti e 3 assist, e all’esterno Edwards, cresciuto nel Tottenham e già in doppia cifra per gol (10) e assist (11). La stella, ovviamente, è Gonçalves, che ha strabiliato tutti nella sfida dell’Emirates con il tiro da 40 metri che ha beffato Ramsdale. Classe 1998, può spaziare su tutto il fronte offensivo, ma è impiegato prevalentemente come trequartista o ala sinistra. Altroché “vizietto del gol”: sono già 17 le reti messe a referto fra campionato e coppe.
Spavalderia e voglia di stupire, perciò, le caratteristiche principali dell’attacco portoghese e del resto della squadra, dovute ad un’età media molto bassa e ad un’esperienza internazionale limitata del club. Ciò può spesso rivelarsi un lato positivo, ma talvolta costituire un pericolo anche per se stessi. Tanto, quindi, dovranno lavorare nello spogliatoio i senatori Paulinho (attaccante trentenne da 14 gol stagionali) e Adàn, portiere classe ‘87 con oltre 100 presenze in maglia verdebianca.
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Autore: Alessandro Salvetti.
Crediti foto: pagine Facebook ufficiali Sporting Clube de Portugal.