Benvenuti nell’universo letterario di StoryLine. Il 20 novembre si celebra una ricorrenza importante come la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Ad essa è dedicato il racconto di oggi con riferimento al problema delle spose bambine. Per realizzarlo ci siamo ispirati ad alcune storie vere
Aveva camminato ininterrottamente per 3 giorni e forse camminava nella sua mente ancora adesso. A volte sembrava aver dimenticato come avesse iniziato poi la giovane Aisha guardava la sua cicatrice sul braccio che subito gli ricordava da dove venisse. Eppure all’inizio aveva pensato che quella delle spose bambine fosse solo una leggenda del Darfur. D’altronde aveva solo 12 anni e l’unica sposa per lei era la sua povera bambola di pezza che immaginava s’innamorasse di un grande principe.
Spose bambine, l’incubo di Aisha
Aisha comprese il duro prezzo della realtà quando il padre annunciò che avrebbe sposato un suo amico quarantenne in cambio di denaro. La famiglia aveva bisogno di mangiare ed anche Aisha doveva fare la sua parte. La piccola capi allora che le spose bambine non erano solo una leggenda ma esistevano davvero e che lei sarebbe stata una di loro. Aveva sempre sognato l’amore ora si trovava ad andare con uno sconosciuto senza sapere chi fosse. Aveva cercato di ribellarsi ma il padre l’aveva chiusa in casa senza ascoltare nemmeno una delle sue ragioni
2 settimane dopo si ritrovò a casa di un orco che voleva strappargli la vita. Nonostante dovesse apparire come donna Aisha non dimenticò mai di essere solo una bambina per questo piangeva in segreto meditando di fuggire. “Tornerò da te principessa”, si disse pensando alla sua bambola di pezza che aveva dovuto abbandonare. Poi la cruda realtà arrivava come sempre a cancellare i suoi sogni sostituti dalla terribile risata dell’orco che continuava a ripeterle, “Sei mia, Io ti ho pagato”, come se fosse un sacco di farina. Aisha in quei casi chiudeva gli occhi scappando nella sua fantasia in un bellissimo palazzo del principe che aveva sposato la sua bambola.
La fuga
Una notte la fantasia non bastò più ad Aisha che ancora con i segni del suo incubo addosso uscì di soppiatto di casa ed iniziò a camminare. Era passato un mese dal suo matrimonio e per la prima volta si era ritrovata solo ad ammirare la notte stellata. Non sapeva dove andare ma decise che sarebbe fuggita lontano non prima però di aver ripreso la sua adorata principessa di pezza. Per questo Aisha s’incamminò decisa a tornare un ultima volta a casa sua per poi sparire per sempre in quel mondo fantastico che aveva sempre sognato prima del matrimonio.
Entrò furtivamente nella sua vecchia casa mettendosi a cercare la sua principessa ma non trovò nulla. “L’abbiamo venduta”, disse la madre accorgendosi di lei. “A chi voglio ritrovarla?”, chiese Aisha spazientita. “Sei una donna non ne hai più bisogno”, replicò la madre. Poco dopo sopraggiunse il marito che cercò di riprendersela ma Aisha lo ferì colpendolo con un piccolo spillone in un occhio. “Voglio ritrovarla“, disse scappando via ma Aisha ancora non sapeva se stesse cercando la bambola o se stessa.
Epilogo
Aisha camminava e camminava nella sua cella da tre giorni senza mai smettere. In braccio aveva una nuova principessa di stoffa da cullare regalatagli da un avvocato di un’associazione umanitaria che curava la sua difesa. L’aveva da poco e ci aveva fatto amicizia ma non era come la sua. La vecchia principessa non era riuscita a trovarla ma ogni tanto chiudeva gli occhi immaginandosela dall’altra parte del mondo in quel paradiso che avevano sognato insieme. Aisha si rivedeva mentre le stringeva la mano ormai lontana dalla sua infanzia negata.
Stefano Delle Cave