Stadio Flaminio, dopo anni di degrado ora si riaccendono i riflettori.

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Stadio Flaminio, dopo anni di abbandono e degrado ora si riaccendono i riflettori, la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma sta portando a compimento la procedura di tutela per l’ impianto sportivo romano.

Con un comunicato stampa viene annunciata la tutela della soprintendenza di Roma la tutela dell’ impianto riconosciuto come: “opera singolare, che coniuga efficacemente e in modo originalissimo forma e struttura, architettura e ingegneria, testimonianza di un felice momento della cultura architettonica romana e, in generale, italiana, in concomitanza con il boom economico che ha caratterizzato la ripresa produttiva della penisola nel dopoguerra.”

“La tutela apposta alla struttura dalla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha l’obiettivo di un suo recupero secondo criteri di qualità e controllo del processo di restauro, in quanto si garantirà sempre il pieno rispetto del progetto nerviano pur innovandolo e adattandolo ad un utilizzo contemporaneo”, afferma l’Assessore allo Sport, Politiche Giovanili e Grandi Eventi Cittadini Daniele Frongia. Aggiungendo: “Restituiremo ai cittadini lo Stadio cosi come era stato disegnato per i Giochi Olimpici del ’60 ma innovandone la fruizione, rendendola moderna e polifunzionale.

Lo stadio Flaminio fu costruito tra il 1957 e il 1958 in occasioni dei giochi olimpici del 1960 ed inaugurato il 19 marzo 1959. Progettato da Pier Luigi Nervi e dal Figlio Antonio era diventato simbolo di innovazione e modernità.

Nel corso del tempo ha ospitato molte gare importanti, di livello nazionale ed internazionale, dagli anni ‘70 era diventata la casa della nazionale italiana di rugby, la quale giocava le partite del 6 nazioni. La mecca di ogni buon appassionato della pallaovale, il quale almeno una volta deve andare a tifare per la maglia azzurra e veder giocare i migliori rugbysti al mondo. L’ ultima partita ufficiale giocata nell’impianto risale infatti al 12 marzo 2011 con la storica vittoria degli azzurri contro la Francia per 22- 21(la prima contro i transalpini nel 6 nazioni). Da quel giorno lo stadio ha cominciato il suo percorso verso il declino. In questi anni è stato una discarica a cielo aperto e, per il quale molte persone, anche personalità sportiva si sono impegnate e, hanno dichiarato di essere favorevoli per una rivalutazione della struttura.

Roma Capitale, proprietaria della struttura ha avuto l’ occasione di procedere per questo iter grazie all’ intervento dell’ Università La Sapienza con le associazioni Pier Luigi Nervi Project e Do.Co.Mo.Mo Italia. La riqualifica dell’ impianto è stato reso possibile grazie al finanziamento di 180 mila dollari da parte della Getty Foundation provenienti direttamente da Los Angeles (California).
Il progetto, che sarà presentato in conferenza stampa, prevede la modernizzazione dell’ impianto con l’ ampliamento di attività sportive. CONI(comitato olimpico nazionale italiano) e FIR (Federazione Italiana Rugby) si sono proposti pubblicamente per la gestione dell’ impianto. Principalmente per la FIR può essere di grande importanza la gestione di un impianto del genere. Renderlo un tempio del rugby, al pari di altri stadi europei , può dare un grande impulso al movimento rugbystico italiano, con l’ organizzazione di manifestazioni sportive e giornate dedicate, portando anche degli introiti ed uno sviluppo con la fruizione di servizi.

“Se le cose si faranno per bene,” questa può essere la grande opportunità per far risplendere uno degli stadi architettonici più belli d’Italia e portare lo Stadio Flaminio a far riaccendere i riflettori , non solo sul terreno di gioco ma nel mondo.