Il 20 maggio del 1970, veniva emanata la legge definita “Lo statuto dei Lavoratori”. Dopo anni di lotte operaie e rivendicazioni dei sindacati, finalmente con questa legge, si tutelava davvero il lavoratore. Uno statuto che ancora oggi, rappresenta un capo fondamentale della nostra Repubblica. Con la pandemia, scoppiata lo scorso anno, la tutela dei lavoratori, è purtroppo un argomento delicato, quanto attuale. Molte infatti sono le difficoltà che tutti i lavoratori, nel nostro paese, stanno affrontando giorno dopo giorno, a causa del corona virus. Ma come è nato lo statuto dei lavoratori? E cosa prevede, tra le sue tutele?
Lo statuto dei lavoratori, nasce in un clima di fermento politico e sociale. La classe operai, da anni ormai, rivendica i suoi diritti di tutela, sul posto di lavoro. Una ghiotta situazione per i partiti politici italiani, che fin da subito, nell’ala a sinistra del governo, avallano questa causa. Portano avanti la battaglia di riconoscimento a tutela dei lavoratori, sopratutto i sindacati. Che tramite manifestazioni e scioperi, ottengono che il parlamento italiano, accenda un riflettore sui diritti dei lavoratori. Quindi, dopo varie battaglie, finalmente il 20 maggio del 1970, la Camera e poi il Senato approvano lo statuto dei lavoratori.
Il contenuto della legge
Il contenuto dello statuto dei lavoratori del 1970, tocca per la prima volta temi fondamentali per la tutela dei diritti di chi lavora. Il primo punto riguarda la libertà di opinione politica e religiosa del lavoratore. Infatti viene sancito il divieto di qualsiasi tipo di discriminazione o ripercussione dell’azienda, per motivi ideologici e politici verso il lavoratore. Inoltre, l’attività lavorativa non deve essere controllata da guardie giurate assegnate a questo compito o da impianti audiovisivi e apparecchiature preposte, previo accordo con i sindacati.
Come ogni legge del nostro ordinamento, negli anni si è cercato di modificare, alcuni degli articoli dello statuto. In particolare si ricorda il referendum abrogativo del 1995, promosso dal partito radicale; attraverso il quale è stato modificato l’articolo 19.Ne furono indetti altri due: uno nel 2000 e l’altro nel 2003. Per questi ultimi, non venne raggiunto il quorum.
a cura di Chiara Bonacquisti
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