Scrittore, giornalista ma anche poeta, autore dallo stile unico fatto di semplicità e immediatezza di linguaggio che strega subito il lettore, il quale si trova catapultato in mondi fantastici popolati da umani e strane creature, animali parlanti, improbabili robot, angeli e diavoli, divi del cinema e del rock, bambini supereroi e arroganti politici.
Alla base delle opere di Benni, infatti, c’è quasi sempre una feroce critica alla politica italiana (e non solo), alla sua corruzione, al suo cinismo, mostri contro cui gli eroi dei suoi racconti combattono in esilaranti avventure. Ritratti grotteschi di società tanto immaginarie quanto reali, dove difetti e manie esasperate dei potenti sono gli antagonisti. Alla voce “satira”, sul vocabolario, dovrebbe proprio esserci il suo nome!
L’ultimo suo romanzo, “La bottiglia magica”, rientrerebbe perfettamente in questo schema: Pin è figlio di un pescatore e, durante una passeggiata, trova una bottiglia con dentro un messaggio da parte di Alina, una giovanissima aspirante scrittrice che si trova rinchiusa in un collegio-clinica che “cura” i giovani dalle loro fantasie e dal troppo pensare, poiché il sistema non li vuole ribelli, devono essere banali e omologati, perfetti per un mondo tutto moda e tv. La bottiglia magicamente riesce a mettere in contatto i due giovani che, prima di incontrarsi davvero, affronteranno varie peripezie.
Gli ingredienti per un “classico” alla Benni ci sono tutti, eppure l’impasto non si monta a dovere: scene già viste che non catturano davvero il lettore, il quale balza passivamente da una situazione all’altra, battute un po’ arrugginite, un mix forzato di quanto già creato in passato, sensazione già avvertita con il precedente “Cari Mostri” dove ripropone la formula dei racconti brevi senza toccare gli apici esilaranti delle raccolte passate.
A tirare su la qualità ci pensa quel gioco tra illustrazioni e racconto che, invece, funziona sempre: Luca Ralli e Tambe creano una fusione libro/fumetto che risulta del tutto vincente, la Bottiglia Magica diventa un’opera corale, che vedrei bene nelle mani anche di lettori giovanissimi!
Da vecchio appassionato delle opere di Stefano Benni (praticamente tutte) sono rimasto un po’ deluso dal suo ultimo lavoro, il quale fa rimpiangere la genialità e lo spasso che caratterizzava i precedenti libri. La magia narrativa, umoristica e filosofica che avevo trovato in libri come “Terra!”, “Spiriti” o “la compagnia dei Celestini” sembra essersi esaurita o siamo noi che stiamo crescendo?
Nonostante questo consiglierei a chi non l’avesse mai letto di entrare nel suo variopinto mondo, poiché ne rimarrete affascinati e divertiti, in un attimo vi innamorerete delle storie e dei protagonisti delle incredibili storie del “Lupo”, provare per credere!
“Voi umani quando siete bambini siete come noi (animali).
La paura vi aiuta a capire il mondo.
Siete folli e la follia comprende la paura, la affronta e la fa cosa sua.
Poi vi insegnano a ragionare. E allora nasce l’angoscia.
E qualcuno capisce che non la paura e l’angoscia può arrivare al potere.
E semina paura e angoscia, le coltiva, le diffonde.
Così diventate di nuovo folli, ma non è la bella follia che avevate una volta,
è piena di odio e di violenza..”
MIRO PATERNO’
Tutte le opere di Stefano Benni