Stefano Binda condannato all’ergastolo per il delitto Lidia Macchi

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Di Redazione Metropolitan

Delitto Macchi: a poco più di trent’anni dall’omicidio della giovane Lidia, arriva la sentenza della Corte d’Assise. Che condanna Stefano Binda all’ergastolo. La mamma della vittima, ferita a morte con ben 29 coltellate: “Non meritava una morte così”.

Delitto Macchi Lidia Macchi
Una foto di Lidia Macchi, la giovane vittima dell’omicidio del 1987 credits: Ansa

La sentenza tanto attesa per il delitto Macchi, arriva così, dopo più di trent’anni dall’omicidio, avvenuto nel 1987, e dopo circa quattro ore di camera di consiglio dei giudici della Corte d’assise di Varese. E per Stefano Binda, unico imputato per l’omicidio di Lidia Macchi, arriva la condanna all’ergastolo.
La giovane studentessa, allora 21enne, fu trovata uccisa con 29 coltellate nel gennaio del 1987 in un bosco a Cittiglio, nel Varesotto.

I giudici hanno dunque dato l’ergastolo a Binda. Escludendo l’aggravante dei motivi futili e abbietti ma non quella della crudeltà. La reazione dell’imputato, appena letta la sentenza, è stata uno sguardo sbigottito verso il pubblico, non si sa bene rivolto a chi.
Diversa la reazione della mamma di Lidia, Paola Bettoni, che ha detto: “Da una parte sono contenta, dall’altra penso a una mamma che si trova con un figlio in una situazione così, io l’ho persa ma anche lei”. E poi ha aggiunto, visibilmente scossa e sorretta dal figlio Alberto: “Lidia non meritava un morte così”.

Delitto Macchi: i commenti a caldo

In attesa della motivazione della sentenza per il delitto Macchi, ecco i commenti a caldo sulla condanna di Stefano Binda all’ergastolo. Partendo dal sostituto pg Gemma Gualdi:

“È un giorno di sollievo, perché finalmente è stata stabilita una verità processuale che corrisponde a quella storica“.

E il sostituto pg aggiunge: “è un giorno di dolore per tutti, famigliari della vittima ma anche per colpevole, ma è un affermazione dello Stato e di tutte le persone che hanno voluto la verità e che fanno parte di questo Stato”.

“Dopo trent’anni si aspettava una sentenza, penso sia giusto innanzitutto per Lidia, per i suoi familiari e per chi ha avuto modo di conoscerla”. Questa la dichiarazione dell’avvocato della famiglia Macchi, Daniele Pizzi, dopo la sentenza. Una sentenza che è “un momento doveroso per Lidia” anche se resta, ovviamente, “la sofferenza di una persona che non c’è più e quella di una persona condannata al carcere a vita”.

Federica Macchia