La rubrica “Cronache del mistero” oggi ripercorre gli eventi della strage di “Annecy“. Il giallo ancora oggi non ha trovato una soluzione. Così a distanza di anni, dopo tante ricerche, indagini, molti sospettati, e un uomo arrestato e successivamente rilasciato, questo continua ad essere un caso irrisolto. Quindi è davvero il delitto perfetto? A questo di certo non crede né la polizia francese né quella inglese coinvolte nelle indagini. Entrambe infatti sono ancora alla continua ricerca di indizi utili alla soluzione del caso. La strage di “Annecy” è avvenuta il 5 settembre 2012 ed ha causato la morte di 4 persone, tre membri di una famiglia britannica e un cittadino francese. La strage si è consumata sulla Route Forestière Domaniale de la Combe d’Ire, vicino a Chevaline, in Alta Savoia, poco distante dall’estremità meridionale del lago di Annecy.
La famiglia inglese era composta da un uomo di origine irachena di 50 anni, Saad al-Hilli, da sua moglie Iqbal, 47 anni e dalla suocera Suhaila al-Allaf, 74 anni e passaporto svedese. Le 2 figlie della coppia sono entrambe sopravvissute. La prima, Zainab, di 7 anni, riportò gravi ferite ad una spalla e alla testa. La seconda, Zeena, di 4 anni, è rimasta illesa rannicchiata sotto il corpo senza vita della madre sul sedile posteriore. Della piccola la gendarmeria si accorse solo 8 ore dopo dal loro arrivo sul luogo del delitto. Entrambe le bambine ora vivono in Inghilterra con lo zio paterno. La vittima francese è Sylvain Mollier, 45 anni, pensionato e appassionato di ciclismo.
La strage di “Annecy”, i fatti
Erano le 15:45 del 5 settembre 2012 quando l’auto con a bordo la famiglia al-Hilli stava percorrendo una piccola strada di montagna in direzione lago di “Annecy“. All’improvviso durante una sosta in una piazzola la famiglia fu oggetto di un’imboscata durante la quale vennero esplosi 25 colpi di arma da fuoco. Rimasero uccisi Saad al-Hilli, Iqbal, Suhaila al-Allaf, e Sylvain Mollier. A scoprire la strage fu per primo William Brett Martin, un ex pilota britannico della RAF. L’uomo residente in Francia, si trovava nella zona per un’escursione. Per prima cosa Martin vide la figlia maggiore di Al-Hilli, inciampare sulla strada e cadere davanti alla BMW Serie 5 familiare viola della sua famiglia, posizionata sulla piazzola.
Subito prima della sparatoria, la BMW aveva fatto una brusca inversione di marcia sul piazzale, come dimostrarono i segni lasciati sulla ghiaia. All’arrivo, Martin, dichiarò che il motore dell’auto era ancora acceso. La macchina era in retromarcia, con le ruote posteriori che giravano spingendo la parte posteriore dell’auto contro il versante della montagna. Le portiere risultarono chiuse. All’interno Martin vide i 3 morti, ognuno colpito due volte alla testa. Poco distante dall’auto giaceva a terra il corpo senza vita di Mollier, raggiunto da ben 7 colpi.
Le indagini
Varie le ipotesi vagliate dagli inquirenti. Da subito la polizia francese ed inglese collaborarono affinché si riuscisse a venire a capo di quell’orrendo plurimo omicidio. L’allora presidente francese François Hollande, incontrò a Londra il primo ministro britannico David Cameron, ribadendo la volontà comune di arrivare all’identificazione dei colpevoli. Le indagini portarono gli inquirenti a scavare nella vita di Saad al-Hilli e dei suoi familiari coinvolti nella strage, alla ricerca di possibili moventi e dei possibili responsabili. Un anno e mezzo dopo la strage di “Annecy“, il 24 giugno 2013 i sospetti degli inquirenti si focalizzarono su Zaid al-Hilli, 54 anni, fratello maggiore di Saad al-Hilli. Zaid. Al tempo l’uomo fu accusato e arrestato poiché ritenuto colpevole di aver falsificato il testamento del padre .
Con la morte di Saad, il fratello maggiore risultava quindi essere unico erede di 2 milioni di sterline che ritirò dal suo conto bancario presso il Crédit Agricole di Ginevra in Svizzera,ì. Questo risultò agli inquirenti decisamente un valido movente. Nel gennaio 2014 però Zaid venne scarcerato e scagionato per assenza di prove in merito alla strage. Sotto la lente d’ingrandimento della polizia venne messa anche la moglie di Saad, la signora Iqbal. Della donna si scoprì che era già stata sposata in precedenza, cosa che alla famiglia al-Hilli aveva tenuto segreta. Iqbal tra il febbraio del 1999 e il dicembre 2000 aveva infatti sposato James Thompson, di 13 anni più vecchio di lei col quale visse negli Usa e dal quale divorziò legalmente alcuni anni dopo. Le indagini ancora oggi proseguono e il caso al momento resta irrisolto.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina ( “Strage di “Annecy”) photo credit : caffe.ch