Strage di via D’Amelio: la revisione della sentenza assolve nove condannati per la morte di Paolo Borsellino

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Dopo anni di attività, gli inquirenti ancora stanno lavorando per dare giustizia ai morti nella strage di via D’Amelio. Oggi la giustizia è stata fatta anche dall’altra parte: con l’esito positivo del giudizio di revisione, 9 dei condannati per la strage sono stati assolti e saranno liberi da un’ingiusta detenzione

E’ terminato con l’assoluzione di nove persone il processo di revisione di una delle sentenze scaturite dalla Strage di via D’Amelio. Ieri la Corte di Appello di Catania ha assolto Gaetano Murana, Giuseppe Orofino, Cosimo Vernengo, Natale Gambino, Salvatore Profeta, Giuseppe La Mattina, Gaetano Scotto, Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura dalla precedente condanna per il reato di strage.

Queste nove persone, alcune delle quali all’ergastolo, non avrebbero nulla a che fare con l’uccisione del magistrato Paolo Borsellino ma sarebbero invece stati condannati ingiustamente. Tuttavia, per molti di loro rimane la condanna per altri reati di stampo mafioso.

La revisione del processo, chiesta dalla Procura Generale di Caltanissetta, è stata possibile grazie a quanto affermato dal pentito Gaspare Spatuzza che ha demolito le falsità raccontate negli anni da diversi altri pentiti tra cui Vincenzo Scarantino, che sarebbe però stato indotto a testimoniare il falso.

Gaetano Murana, Giuseppe Orofino, Cosimo Vernengo, Natale Gambino, Salvatore Profeta, Giuseppe La Mattina, Gaetano Scotto, Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura non dovranno più scontare la pena prevista per il reato di strage, inoltre chi ha ricevuto altre condanne per reati collegati ha già scontato quanto dovuto.

Quali rappresentanti dello Stato, ci sentiamo in dovere di chiedere scusa, nonostante non siano nostre le responsabilità, per le condanne ingiuste inflitte nell’ambito del processo per la strage di Via D’Amelio” – hanno affermato le due procuratrici generali al termine della lettura della sentenza, riconoscendo gli errori fatti dai colleghi inquirenti e giudicanti in passato.

A partire dal passaggio in giudicato della sentenza le nove persone assolte potranno inoltrare domanda di risarcimento danni per ingiusta detenzione ma solo in riferimento alla condanna di strage che è venuta meno, rimanendo eventuali altri periodi di detenzione collegati ad altre condanne pienamente giusti.

Ma come è stato possibile che condanne risalenti a moltissimi anni fa (tra pochi giorni ricorrerà il venticinquesimo anniversario della strage di via D’Amelio) siano venute improvvisamente meno?
L’assoluzione dei 9 ex condannati per strage è dovuta all’esito positivo di un particolare mezzo di impugnazione previso nel processo penale, la revisione: si tratta di un mezzo di impugnazione straordinario (che può quindi essere utilizzato in qualsiasi momento, anche quando la sentenza è passata ormai in giudicato, senza alcun limite temporale) per risolvere errori che hanno influenzato l’esito del processo provocando ingiustamente la condanna dell’imputato. Il condannato può così chiedere di essere assolto rispetto a una sentenza passata in giudicato e vistosamente errata.
È ammessa in ogni tempo a favore dei condannati, nei casi determinati dalla legge, la revisione delle sentenze di condanna o delle sentenze emesse ai sensi dell’articolo 444, comma 2, o dei decreti penali di condanna, divenuti irrevocabili, anche se la pena è già stata eseguita o è estinta” – dispone l’art.629 del Codice di Procedura Penale.
Ovviamente non qualsiasi sentenza è revocabile ma solo quelle viziate da particolari motivi:

  •  se vi è la non conciliabilità dei fatti posti a fondamento della sentenza di condanna o del decreto penale di condanna con quelli di un’altra sentenza penale irrevocabile;
  •  se interviene la revoca di una sentenza civile o amministrativa di carattere pregiudiziale che è stata posta a fondamento della sentenza di condanna o del decreto penale di condanna;
  •  se sopravvengono nuove prove che da sole o unite a quelle già valutate, dimostrano che il condannato deve essere prosciolto;
  • se viene dimostrato che la condanna è stata pronunciata a seguito di falsità in atti o in giudizio o di un altro fatto che la legge prevede come reato.

La revisione della sentenza di condanna di Gaetano Murana, Giuseppe Orofino, Cosimo Vernengo, Natale Gambino, Salvatore Profeta, Giuseppe La Mattina, Gaetano Scotto, Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura non intacca la gravità della strage che rimane tale, tantomeno la virtuosa attività svolta negli atti dagli inquirenti per fare chiarezza sull’accaduto e non ancora terminata.
Anche la memoria della strage rimane tale, tanto che il 19 luglio si svolgerà la cerimonia di piantumazione di sei nuovi ulivi, ognuno dei quali porterà il nome di Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina ed Emanuela Loi, tutti morti nella strage.

Lorenzo Maria Lucarelli