Stranger Things 4 è ormai il successo dell’estate. La serie tv vanta un numero di stream altissimo. Ma cosa sappiamo sulla recitazione? Ci sono stati momenti, durante le riprese degli ultimi episodi, in cui gli attori si sono ritrovati ad improvvisare. Scopriamo insieme quali.

Stranger Things 4: gli attori improvvisano

Stranger Things 4

Chi dice che l’improvvisazione è un male? Sappiamo già che molti grandi della storia del cinema hanno dato lustro a svariati film soltanto grazie ad un’impronta personale, a un impulso del momento. A volte, i registi lasciano libero spazio al corso degli eventi e, l’improvvisazione, può arricchire la scena e donarle addirittura più naturalezza.

Non è priva di questi aspetti l’ultima stagione di Stranger Things. L’attesissimo volume 2, nel gran finale, è stato condito proprio da alcune piccole aggiunte che vengono direttamente dagli attori.

Stranger Things 4: Eddie e Dustin dopo la battaglia

I momenti finali, quelli della preparazione, quelli che precedono la messa in scena del grande piano della squadra di Hawkins. Per Steve, Nancy, Robin, Lucas, Max, Dustin, Eddie ed Erica, sta arrivando il grande scontro con Vecna e il pericoloso ritorno al sotto-sopra. Chi non ricorda la toccante scena in cui Eddie e Dustin si confrontano, rincorrendosi giocosamente in un campo in cui regnano lunghi fili d’erba? La situazione, tanto commovente, quanto ben realizzata dagli attori, non era altro che una grande preparazione per un finale fatale. Sappiamo infatti che la scena in cui Dustin passa i suoi ultimi momenti con Eddie, dopo il suo sacrificio e la battaglia contro i demobat, nasconde una chicca.

L’attore che interpreta Eddie Munson, Joseph Quinn, aggiunge spontaneamente la battuta “I love you man“ (“Ti voglio bene amico“). I Duffer l’hanno trovata così semplice e di cuore aperto, che hanno deciso di non tagliare nulla.

Hopper e Joyce: un bacio che non era stato scritto

La nona e ultima puntata di Stranger Things 4, certamente non è caratterizzata da momenti felici. Azione, terrore e dramma dominano le scene in modo più che costante. A rompere il ritmo della tristezza e della paura, però, ci sono stati i due grandi Winona Ryder e David Harbour (rispettivamente, Joyce e Hopper.) Infatti, i due personaggi, dopo aver fantasticato sull’appuntamento che si erano promessi prima di separarsi alla fine della terza stagione, si lasciano andare ad un bacio appassionato che sfocia in un momento più caldo, interrotto da una telefonata importantissima. I fan hanno particolarmente accettato il gesto e il clima più leggero che ha coinvolto qui la coppia. Non sono pochi coloro che hanno pensato che Joyce e Jim Hopper meritassero un ricongiungimento come quello. Ebbene, niente di tutto questo era scritto nel copione ad opera dei Duffer Brothers.

Lucas grida per cercare soccorso

Non c’è niente da fare. Più si va avanti nel corso dell’ultima puntata di Stranger Things 4, più le cose si mettono male per i nostri protagonisti. Nel momento in cui il piano di Hawkins viene attuato, è la nostra eroina, Max, a fare da esca per 001. Undici ha il compito di salvarla e combattere il nemico, Lucas ha quello di sorvegliarla e assicurarsi che il piano fili liscio. Sfortunatamente per i nostri eroi, gli esiti non sono quelli previsti e il combattimento si mostra per Undici più faticoso e difficile di quanto siamo abituati a vedere. A pagarne le conseguenze, però, è stata la nostra Max. E se da una parte abbiamo visto la sua straziante sofferenza, dall’altra c’era un Lucas disperato, continuamente ostacolato da Jason (il furioso fidanzato di Chrissy) e in preda al panico. Ha lottato, Lucas, è stato coraggioso e Caleb McLaughlin si è rivelato così coinvolto nella parte, che si è sentito di aggiungere una frase:

“Erica, help.“ (“Erica, aiuto.“)

Ancora riecheggia, nelle nostre menti, la voce straziata di Lucas. Non ci sorprende che i fratelli Duffer si siano fermati a complimentarsi con l’attore. Ci tengono infatti a sottolineare quanto in questa scena abbia consegnato una delle migliori interpretazioni di tutta la serie.

Articolo di Sofia Pucciotti

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