Calcio

Suarez, la Juventus e l’esame farsa di Perugia: “Sentiti Nedved e Agnelli”

Questa mattina il sito de La Repubblica ha pubblicato dei significativi stralci dell’interrogatorio dell’uruguaiano ai Pm di Perugia, Paolo Abbritti e Giampaolo Mocetti, che lavorano sull’inchiesta guidata dal procuratore capo Raffaele Cantone. Ecco il passaggio più pazzesco della vicenda che ha visto come protagonisti assoluti Luis Suarez, la Juventus e l’esame farsa, atto a prendere la cittadinanza italiana, sostenuto dall’attuale calciatore dell’Atletico Madrid nel capoluogo della regione umbra.

Suare, Juventus e l’esame farsa: ecco l’interrogatorio

Ecco i passaggi, pubblicati dal quotidiano nazionale La Repubblica, che riportano l’interrogatorio che ha dovuto sostenere il calciatore uruguaiano. Suarez, la Juventus e l’esame farsa di Perugia, oggi, tornano nuovamente (e prepotentemente) sulla bocca di tutta l’opinione pubblica italiana:

Dalle indagini risulta che la professoressa Spina le ha mandato una mail con un allegato pdf, scrivendo che era il testo per l’esame: ricorda di avere ricevuto tale messaggio?

“.

Le ha detto che doveva studiare specificatamente bene quel testo?

Ha detto che dovevo studiarlo bene perché quel testo poteva essere chiesto all’esame“.

Quando viene a conoscenza dell’interessamento della Juventus?

Verso fine agosto, inizio settembre, ho ricevuto prima una chiamata da Nedved, poi da Paratici“.

C’era un accordo sui termini del contratto?

No, all’inizio era soltanto per sapere se ero interessato alla trattativa. Dopo se n’è occupato il mio avvocato“.

Quando ha saputo che la Juventus intendeva tesserarla come comunitario?

Non ricordo, ma Paratici mi disse che mi avevano contattato perché pensavano che avessi il passaporto italiano come mia moglie. Gli risposi che non lo avevo, avevo solo iniziato a fare la relativa pratica chiedendo tutti i certificati necessari nei Paesi in cui ho vissuto

Luis Suarez, oggi all’Atletico Madrid, ha detto ai Pm anche di aver avuto contatti con la Juventus anche dopo l’esame farsa che è finito sotto i riflettori della Giustizia italiana:

Fino al 14 settembre lei si diceva contento di venire a Torino per vincere la Champions, ce lo conferma?

Sì, però dopo ho detto a Spina (la professoressa, ndr) che non sarei più venuto alla Juve

Dopo l’esame ha parlato con la Juventus?

Sì, il giorno stesso. Paratici mi chiamò quando ero in aeroporto per dirmi che avevo fatto la scelta migliore per la mia famiglia. Due giorni dopo mi chiamò il presidente Agnelli per dirmi che era dispiaciuto che la trattativa non era andata a buon fine e mi ringraziava per quanto avevo fatto per facilitare la trattativa, anche forzando i rapporti con il Barcellona“.

Le è mai stata prospettata la possibilità di fare l’esame a Barcellona? E in altre città d’Italia?

No, avevo già contattato il Consolato e sapevo che dovevo venire in Italia per sostenere l’esame. Mi è stata indicata solo Perugia come sede di esame“.

Con quali referenti della Juventus ha avuto contatti in questo periodo?

Con Nedved per l’aspetto sportivo, con Paratici e col presidente Agnelli, due o tre giorni dopo l’esame di lingua, che mi ha ringraziato per lo sforzo che avevo fatto per liberarmi dal Barcellona. Agnelli mi disse che con il calcio non si possono mai fare programmi certi. Con Agnelli non avevo parlato prima di allora“.

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